IL RIASSETTO

Telecom Italia, divisione Caring Services al via

Accorpate le Customer Operations, debutta la nuova divisione che riguarda 12mila dipendenti. Serao (Fistel-Cisl): “Chiediamo un incontro con l’azienda”. Azzola (Slc-Cgil): “Temiamo la societarizzazione delle attività di Call Center”. Ugliarolo (Uilcom-Uil): “Pronti a discutere del nuovo piano industriale soltanto dopo la firma del contratto nazionale”

Pubblicato il 19 Dic 2012

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“Sono partiti ieri sera gli ordini di servizio di Telecom Italia, con cui l’azienda dà il via operativo alla nascita della nuova divisione Caring Services, in cui confluiscono tutte le attività di Customer Operations diffusi su tutto il territorio in 70 città, che comprendono i numeri verdi 187 e 119 e riguardano tutti i servizi dalla fatturazione al credito”. Lo ha detto Giorgio Serao, della segreteria nazionale della Fistel Cisl, che chiede all’azienda di “convocare al più presto i sindacati per discutere e condividere gli obiettivi della nuova divisione, che coinvolge tante professionalità diverse fra loro”. La nuova divisione Caring Services, che raggrupperà circa 12mila dipendenti fino a ieri frammentati in diverse micro aree divise, è stata affidata a Stefano Ciurli, manager interno già responsabile degli acquisti.

La rifocalizzazione delle attività di customer care ha l’obiettivo di migliorare il presidio della clientela e di migliorare anche il rapporto qualità-costo del servizio. “La costituzione della nuova divisione, di cui esiste già l’organizzazione territoriale, è materia delicata per i sindacati, che da sempre sono impegnati per il mantenimento delle attività di customer services all’interno del perimetro di Telecom Italia – aggiunge Serao – questo perché sappiamo che queste attività per Telecom hanno un costo più elevato rispetto al mercato esterno. La nostra preoccupazione è sempre stata che una riorganizzazione di queste attività possa comportare una fuoriuscita di queste attività dal perimetro aziendale. Certo, la costituzione della divisione anziché della società delle attività di customer ci tranquillizza, ma solo fino a un certo punto. Non vorremmo che la nuova divisione di Telecom Italia fosse il prologo di una successiva societarizzazione che ne faciliterebbe l’eventuale vendita”.

Un timore, quello dello spezzatino di Telecom, che il sindacato ha “anche in relazione allo scorporo della rete – dice Serao – è chiaro che se ciò avvenisse, insieme alla vendita delle attività di customer, Telecom Italia verrebbe completamente smembrata”.

Più netta la posizione di Michele Azzola, segretario nazionale della Slc-Cgil: “Nelle stesse ore in cui Telecom Italia, insieme ad altre aziende, si è assunta la responsabilità di far naufragare il rinnovo contrattuale, opponendosi in maniera anacronistica a ricercare soluzioni che consentissero l’applicazione del Ccnl delle Telecomunicazioni agli appalti di attività di Call Center, sono state emanate disposizioni organizzative con le quali è costituita la divisione dei Customer di Telecom”. Così dice Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil.

“La relazione tra i due argomenti è evidente. Il timore è che questa riorganizzazione sia propedeutica alla societarizzazione delle attività di Call Center e quindi ad una certa libertà di scelta sul contratto da applicare alla nuova società. A fronte dei pessimi risultati operativi che hanno contraddistinto Telecom rispetto ai competitor – prosegue Azzola – il management decide di non intervenire sulle cause reali del ‘fallimento’ e di tagliare il costo del personale”.

“Telecom deve iniziare a interrogarsi sul perché continui a perdere clienti e fatturato in maniera così consistente, e se ciò non rappresenti il fallimento di un management che non è stato in grado di dispiegare al meglio le enormi potenzialità presenti”.

“L’avvio di una societarizzazione del servizio di Customer sarà vissuto da sindacato e lavoratori come una vera e propria ‘dichiarazione di guerra’ – conclude il sindacalista – a cui si risponderà in maniera altrettanto dura e decisa: saranno avviate forti azioni di contrasto al perpetuarsi di queste politiche chiedendo conto di un sistema retributivo che premia meritocrazie inesistenti e scarica le incapacità e le contraddizioni di chi dovrebbe decidere su chi ogni giorno porta avanti con dignità il proprio lavoro”.

Sulla stessa linea Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom-Uil: “L’ordine di servizio con cui l’azienda ha comunicato la decisione relativa alla nascita della nuova divisione che raggruppa le attività di Customer non rientra nella prassi delle buone relazioni con i sindacati, perché non siamo stati chiamati in causa – dice Ugliarolo – dal punto di vista del metodo, si tratta di una modalità che consideriamo assolutamente deplorevole, tanto più che nella nuova divisione confluiscono quasi 13mila dipendenti”. Il segretario della Uilcom-Uil aggiunge poi che la costituzione della nuova divisione “può anche andare bene, ma che ogni ipotesi di societarizzazione non è accettabile dal sindacato”. Infine, come già detto in passato, per quanto riguarda il nuovo piano industriale di Telecom Italia, “siamo disponibili a discutere, ma soltanto dopo la firma del nuovo contratto nazionale, anche se le trattative per ora sono interrotte”.

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