Marco Fossati potrebbe farcela a vedere revocato il cda nell’assemblea del 20 novembre. Secondo il Fatto Quotidiano, l’assemblea del 20 dicembre comincia a farsi difficile per Alierta e soci. I fondi d’investimento italiani controllano un 7% rappresentato in assemblea da Assogestioni: quest’ultima può non votare a favore della revoca ma difficilmente può arrivare a votare contro senza tradire la sua missione di tutela dei piccoli azionisti.
Il fondo americano Black Rock (5%) potrebbe disertare l’assemblea per non confermare i sospetti con un appoggio a Telco – scrive Il Fatto – Quindi l’azionista di controllo ha qualche difficoltà a salire significativamente sopra il 22%-25%. I fondi stranieri posseggono invece oltre il 40% del capitale Telecom, e le indiscrezioni di ieri sera (termine ultimo per la raccolta delle deleghe) indicavano che i professionisti d’assemblea avrebbero già superato la soglia del 20%.
Sommando a questa cifra il 5% di Fossati e l’1,5% dei piccoli azionisti raccolti dall’associazione Asati, si può supporre che la proposta di revoca del cda possa toccare il 30% dei consensi.
Il quotidiano ricorda poi che la Consob è pronta a inviare all’amministratore delegato di Telecom Italia la cosiddetta “lettera di contestazione” che apre la procedura per sanzionare la irregolarità di cui è accusato nella vicenda del prestito “convertendo” emesso il 7 novembre scorso.
La lettera, su cui pesa per legge un vincolo di riservatezza – spiega Il Fatto – dovrebbe partire durante il prossimo fine settimana, a mercati chiusi. Pochi giorni dopo l’emissione del convertendo, sulla base di un dettagliato esposto di Fossati, il presidente della Consob Giuseppe Vegas ha ordinato una perquisizione a tappeto degli uffici Telecom di Roma e Milano.
Ma, a quanto trapela, la Consob considera prove sufficienti gli stessi comunicati stampa con cui Telecom ha dato spiegazioni balbettanti di un’operazione che ha violato più di una regola di tutela degli azionisti di minoranza. Tutta la documentazione è stata trasmessa alle procure di Milano e Roma perché, secondo gli ispettori Consob, in essa ci sarebbe un fumus di reati.
Intanto il procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi, ha già da alcune settimane aperto un fascicolo sulla vicenda del passaggio del controllo di Telco (che a sua volta controlla Telecom Italia con il 22,4 per cento delle azioni) dai tre soci italiani (Mediobanca, Assicurazioni Generali e Intesa Sanpaolo) alla Telefónica España di Cesar Alierta.
In difesa del cda si schiera il consigliere Gabriele Galateri di Genola secondo cui “serve un consiglio di amministrazione stabile” per Telecom Italia. “Il piano dell’amministratore delegato Marco Patuano – aggiunge – è solido e dà prospettive”. Per Galateri, Telecom Italia è “un’azienda solida che ha i numeri per andare avanti nonostante il debito”.