Il presidente di Generali Ass., Gabriele Galateri, comunicò a Massimo Mucchetti, presidente della Commissione Industria al Senato, che Telefonica ricevette l’ok dalle istituzioni italiane all’operazione Telecom Italia, prima dell’annuncio formale del 24 settembre. A riferirlo è lo stesso Mucchetti che in un’intervista al Messaggero racconta di un incontro avuto in Senato con Galateri che “mi fece presente che i soci di Telco non erano stati così sprovveduti da non essersi coperti le spalle con le istituzioni”. Mucchetti spiega di aver informato il premier Enrico Letta del colloquio e che “lui rispose che di Telecom parlò solo con Alierta a Palazzo Chigi”.
Del resto, continua, Letta “in Senato ha negato per ben due volte il 25 e il 26 settembre che l’esecutivo sapesse qualcosa in anticipo”. Per il presidente della Commissione Industria, è “normale che il Governo fosse informato in anticipo, ma se così fosse il Governo si dovrebbe anche assumere la responsabilità politica della scelta di fronte al Paese”.
Mucchetti ribadisce la necessità di procedere in tempi stretti alla riforma della legge sull’Opa. “Se Telefonica vuole controllare i destini di Telecom – spiega – deve pagare il giusto prezzo e dimostrare di avere le risorse per lo sviluppo che la società merita. Esattamente come Enel ha fatto a Madrid quando volle prendersi Endesa”. Mucchetti si dice “convinto che se non si darà quanto prima una regolata ai comportamenti degli spagnoli, entro breve l’Italia si pentirà di non aver agito per tempo”.
Intanto si fa rovente il clima in vista dell’assemblea di Telecom. Secondo quanto comunicato ieri dalla stessa Telecom Italia su richiesta della Consob, la rappresentanza ammonta al 53,8% del capitale ordinario e la percentuale potrebbe crescere ulteriormente. In “ritirata”, almeno allo stato attuale, il fondo americano BlackRock che sarà presente (sempre in riferimento a quanto comunicato alle 15 di oggi) con il 4,8% del capitale, in discesa rispetto alla percentuale precedentemente comunicata.
Il fondo americano è finito inevitabilmente sotto i riflettori, non solo perché il suo voto a favore o a sfavore della revoca del cda su proposta di Findim può fare la differenza ma anche per il “giallo” sulla quantità di azioni Telecom posseduto (convertendo a parte). Il “pacchetto” comunicato alla Sec e alla Consob è stato “rettificato” e lo stesso Fondo ha ammesso un errore nella comunicazione del totale dell’ammontare delle azioni che nell’ultima versione comunicata alle autorità risulta pari al 9,97% (comunque sotto la soglia del 10%, quella che obbliga la comunicazione).
Intanto Findim, la finanziaria di Marco Fossati, proporrà all’assemblea di Telecom i nomi di 5 professionisti con ”l’obiettivo di potersi confrontare con il management, e non sostituirsi ad esso, supportandolo nella implementazione di un piano industriale di sviluppo dell’azienda, a beneficio di tutti gli azionisti e del Paese”. Lo precisa la societa’ sottolineando che le candidature ”di cinque personalità dotate di alte competenze tecniche, sono ad integrazione della lista Assogestioni per il Consiglio di Amministrazione, qualora venisse approvata la proposta di revoca”. Nella squadra proposta da Findim ci sono Vito Gamberale (numero uno di F2i ed ex direttore generale di Telecom Italia e Ad di Tim), Girolamo Di Genova (Condirettore Generale di Telecom Italia con la responsabilità della Direzione Clienti Business), Alessandro Castellano (Amministratore Delegato di Sace), Franco Lombardi (presidente Asati) e Daniela Mainini: (Presidente del Consiglio Nazionale Anticontraffazione).
In vista dell’Assemblea, Asati ha chiarito la propria posizione in merito all’appoggio alla lista integrativa di Findim.