Le mire di Naguib Sawiris su Telecom Italia spaccano i sindacati di categoria. Per la Slc l’unico aspetto positivo è la valorizzazione e l’importanza riconosciuta alla controllata Tim Brasil mentre Uilcom e Fistel si dicono favorevoli al possibile ritorno in Italia del magnate egiziano, già proprietario di Wind, a patto però che vengano tutelati perimetro aziendale, investimenti e occupazione.
Secondo Michele Azzola, segretario nazionale dell Slc Cgil, “l’incertezza sul futuro assetto di Telecom Italia apre al commento di chiunque. Nella proposta di Sawiris c’è un solo aspetto condivisibile: cioè la valutazione di Tim Brasil e che Telecom non ha senso senza Tim Brasil”. In un’intervista a un quotidiano brasiliano il magnate egiziano fissa fino a 14,5 miliardi di euro la valutazione della controllata carioca; in una successiva intervista all’agenzia Bloomberg, Sawiris si dice pronto a entrare in Telecom Italia a condizione che Telefonica esca e che non venga venduta Tim Brasil. Come rilevano alcuni analisti, si tratterebbe di una valutazione di almeno 5 miliardi di euro superiore a quella espressa attualmente dal mercato.
Per Salvo Ugliarolo, segretario nazionale della Uilcom-Uil , “non importa quale sia il management o il socio, fondamentale è avere continuità in termini di perimetro aziendale. L’importante è cioè che Telecom non esca dai mercati internazionali e che ci siano garanzie di investimenti nel mercato italiano, senza operazioni di spezzatino”.
Per Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel-Cisl, “Sawiris ha già avuto una grande opportunità di gestire le telecomunicazioni in Italia, finita con la decisione di vendere Wind, e ha lasciato un’azienda fortemente indebitata. È benvenuto in Italia a tre condizioni: che mantenga i livelli occupazionali, si impegni a ridurre il debito e si sobbarchi gli investimenti per la modernizzazione della rete”.