Norges Bank, la banca centrale norvegese, ha in portafoglio il 2,02% del capitale di Telecom Italia, secondo quanto si legge dalle comunicazioni Consob sulle partecipazioni rilevanti. L’operazione è datata 10 gennaio 2014. Oltre a Norges Bank e alla holding di riferimento Telco (22,4%), gli azionisti di Telecom sono la Findim di Marco Fossati con il 5% circa e il fondo americano Blackrock, con il 7,789% del capitale con diritti di voto.
Nei giorni scorsi, Blackrock ha formalizzato a Sec la propria quota in Telecom: il 10,12% comprensivo del convertendo. Mentre il faro Consob resta acceso, anche dopo l’assemblea del 20 dicembre. Ma il voto “spacchettato” di Blackrock non è, di per sé, un’anomalia anzi può essere fisiologico per i grandi fondi che operano con diverse filiali. Come stabilito dalla disciplina americana in materia il fondo statunitense fa il suo e comunica il proprio arrotondamento nel gruppo. Una partecipazione, quella di Blackrock, già nota a Consob e al mercato stesso. Il fondo, su sollecitazione, già a metà dicembre aveva infatti informato delle variazioni la Commissione guidata da Giuseppe Vegas. Ora la comunicazione alla Sec è un ulteriore e atteso passo.
Ma la Consob continua a vigilare – già in assemblea erano presenti due osservatori della Commissione – con i riflettori che restano ben accesi per verificare eventuali anomalie. E, sempre aperta, resta la pista di indagine su un eventuale “concerto” tra i fondi americani e Telefonica. Nelle grandi firme però, va ricordato che il voto spacchettato, come quello che Blackrock ha applicato nell’assemblea sulla revoca del cda (mozione che non è passata), è abbastanza usuale. I fondi Blackrock, nel caso specifico, non si sono presentati con tutta la loro “potenza di fuoco” ma avevano depositato il 5,94% e poi hanno votato in maniera differente: alcuni astenendosi e alcuni votando a favore della mozione presentata da Findim, la finanziaria di Marco Fossati che chiedeva appunto la revoca del consiglio.