Telecom Italia brilla in Borsa – alle 14.30 è il miglior titolo del Ftse Mib e guadagna il 2,67% a 0,692 euro per chiudere a +2,7% a 0,6935 euro – sulla scia del newsflow proveniente dalla Commissione europea, dall’altro della possibile vendita di Tim Brasil su cui il mercato ancora scommette, nonostante le continue smentite del gruppo.
E sul Brasile si concentra l’attenzione degli analisti. Deutsche Bank mette in luce i vantaggi legati a uno spezzatino delle attività brasiliane, ipotesi che, secondo gli analisti, permetterebbe a Telecom di valorizzare la sua quota in Tim Brasil a 9 miliardi di euro.
Per gli analisti, che hanno confermato oggi il rating buy e il target price a 0,90 euro su TI, un breakup di Tim Brasil porterebbe più benefici a Telecom Italia che agli eventuali compratori. “Crediamo che TI possa esigere il 50% delle sinergie, il che implica che la quota in Tim Brasil potrebbe valere 9 miliardi di euro, permettendo un 57% di potenziale upside al titolo Telecom Italia” si legge nella nota di Deutsche Bank.
Il gruppo rappresenta un’eccezione in quanto gli esperti dopo un’attenta analisi del “mercato delle telecomunicazioni brasiliane” hanno concluso che “l’esposizione sara’ probabilmente piu’ un impedimento che una fonte di upside per la maggior parte degli operatori del sud Europa”. Considerando “lo stallo della crescita dell’Ebitda in Brasile la nostra analisi indica che la crescita del wireless rimarrà sotto il tasso di inflazione data la debolezza del mercato e le strutture tariffarie”.
Inoltre, continuano gli esperti, il consolidamento del segmento del wireless favorirà più i venditori che gli acquirenti. “La convergenza delle strategie limiterà poi la crescita dell’Ebitda”, continuano gli analisti.
La casa d’affari ritiene infatti che il consolidamento del wireless nel mercato brasiliano andrà più a favore dei venditori di Tim Brasil che degli acquirenti e che “potrebbe permettere a Telecom” di ottenere il 50% delle sinergie che si verrebbero a creare “il che implica un valore per Tim Brasil di 9 miliardi di euro, e comporta il 57% di upside per le azioni di Telecom Italia”. Agli altri operatori resterebbero sinergie per 1,6 miliardi euro.
In linea più generale, Deutsche Bank ipotizza 5 scenari possibili per il futuro di Telecom, attribuendo a questi diverse probabilità di accadimento e differenti target price che portano gli analisti a confermare sul titolo il rating buy e il prezzo obiettivo a 0,9 euro. Il primo implica il raggiungimento da parte del gruppo del target di indebitamento 2013 ma non di quello futuro e non prevede operazioni di M&A (5% di probabilità, Tp a 0,73 euro). Il secondo caso implica dismissioni di alcuni asset non-core come le torri e i Multiplex (5% di probabilità, Tp 0,88 euro). Il terzo scenario ipotizza invece un incremento dell’Ebitda 2016 superiore a 300 mln euro come risultato di una diminuzione dei prezzi nel mobile (30% di probabilità, Tp 1 euro). La quarta ipotesi comporta la cessione di Tim Brasil o un deal con Telefonica (60% probabilità, Tp 1,05 euro). L’ultimo scenario, quello più ottimista, prevede invece combinazioni delle ipotesi precedenti (Tp 1,26 euro). La casa d’affari evidenzia infine che Telecom Italia è scambiata a sconto rispetto ai concorrenti.
Resta invece pessimista Ubs (sell, Tp 0,34 euro) che non esclude la possibilità di revisione al ribasso sia sulle stime che sul consenso. Gli analisti credono che “la società presenti un eccessivo livello di indebitamento e che ci possa essere divergenza tra gli interessi degli azionisti di minoranza e Telco”.
Relativamente al Cda, gli esperti valutano gli effetti che avrebbe la proposta di Marco Fossati relativa alla revoca del Consiglio. Gli analisti spiegano che “un nuovo board potrebbe diminuire le possibilita’ di vendita di Tim Brasil” e quindi potrebbe comportare una potenziale revisione della strategia di funding di Telecom.
Sul versante unbundling gli analisti di Equita Sim evidenziano infatti la lettera scritta dalla Commissione europea all’Agcom per rinnovare l’invito a rivedere la delibera dello scorso luglio che ha imposto tagli alle tariffe di unbundling, bitstream e wholesale line rental. I tagli tariffari decisi dall’autorità delle tlc italiana penalizzano l’Ebitda di Telecom Italia per 110 mln euro. La Commissione europea li considera eccessivi e ritiene che vada maggiormente preservata la redditivita’ degli operatori di rete fissa.
“Non prevediamo che l’autorità italiana faccia marcia indietro su questo punto. Tuttavia il nuovo orientamento europeo – più favorevole a Telecom – potrebbe rivelarsi di notevole supporto quando saranno stabilite le tariffe per i nuovi servizi, come l’accesso alle reti di nuova generazione”, commentano gli esperti. Gli analisti confermano sul titolo la raccomandazione hold e il target price a 0,75 euro.
Rimanendo sempre sull’Europa ma stavolta sul versante mercato oggi Julio Linares, vicepresidente di Telefonica, intervenuto oggi al Foro di dialogo Italia-Spagna di Roma, ha sottolineato che “l’Europa sta rimanendo indietro, ha perduto la leadership in un settore dove era leader mondiale e dove l’Italia ha svolto un ruolo molto importante nelle generazioni passate della telefonia mobile”.
”Un gap – ha spiegato Linares – che deriva dalle regolazioni succedutesi negli anni in Europa volte certo positivamente a rompere il monopolio e ad aprire il mercato e successivamente a ridurre i prezzi per i consumatori, altrettanto positivo, ma che ha portato a una situazione in cui gli incassi non pagano più gli investimenti effettuati”. Per Linares comunque si sta andando ”verso una soluzione di riequilibrio”. Linares ha poi ricordato come il settore Tlc ”possa produrre per ogni milione di euro investito 18 posti di lavoro”, concetto ripreso poi anche dall’amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, che ha ricordato come ”gli oltre 3 miliardi di euro investiti in nuove tecnologie possano valere per il settore complessivamente 60.000 nuovi posti di lavoro”. Alla domanda sullo stato dei rapporti con Telecom, Linares ha semplicemente risposto: ”Va tutto molto bene”.