INDISCREZIONI

Telecom Italia: ipotesi 30% newco rete a Cdp, il titolo vola

L’azienda sta valutando quali asset far confluire nella realtà scorporata. In Borsa +6,32%

Pubblicato il 23 Apr 2013

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Si intensificano i rapporti tra Telecom Italia e Cassa Depositi e Prestiti per un eventuale scorporo della rete. Secondo MF-Dowjones, in questi giorni i tecnici di Telecom starebbero definendo il perimetro “fisico” di cosa dovrebbe essere conferito alla realtà scorporata. Indiscrezioni di stampa riportano poi l’ipotesi secondo cui Telecom starebbe studiando una newco in cui conferire la rete e 10 miliaradi di euro di debiti, per poi venderne il 30% alla Cdp per 2 miliardi. La compagnia telefonica e la Cdp non hanno commentato le indiscrezioni, che fanno volare in Borsa di titolo di TI a +6,32%.

“Calcoliamo che la valutazione implicita della rete sarebbe di circa 16 miliardi, una valutazione piuttosto ‘rotonda’, pari a circa 6,4 volte l’Ebitda. Calcoliamo che l’Ev/Ebitda implicito delle operazioni domestiche residuali sarebbe di 2,9 volte, o molto compresso, anche se in parte ciò è dovuto al ritmo di discesa che, per la parte servizi privata della rete, potrebbe restare ad un ritmo a doppia cifra – commentano gli analisti di Equita Sim – Non siamo molto convinti della creazione di valore generata dallo spin off della rete, che produrrebbe un’ulteriore intensificazione dell’arena competitiva. Nel breve periodo comunque il titolo trarrebbe beneficio del sollievo finanziario per l`accelerato deleverage”.

Quanto invece al deal con 3 Italia, per gli esperti “questa operazione creerebbe valore grazie al consolidamento nel settore. Calcoliamo un upside del 40%”. Su Telecom il rating è hold, con target price a 0,67 euro.

Il piano di spin-off della rete “è una grande opportunità per incrementare gli investimenti e la concorrenza in Italia “, ha dichiarato Maurizio Decina, commissario Agcom, aggiungendo che “per i concorrenti di Telecom Italia, una sola rete garantirebbe la parità di accesso completo”. Secondo Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di strategie aziendale alla Bocconi “separare la rete permetterebbe a Telecom Italia di rendere più redditizi gli investimenti nelle reti di nuova generazione “.

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