Domani è il giorno della verità per Telecom Italia. L’Ad Marco Patuano presenterà il piano industriale al cda. Tre i pilastri del progetto: cessione di Telecom Argentina, delle torri e degli immobili, tra cui anche quello di Via Negri (sede storica della compagnia). Si parla inoltre dell’azzeramento dei dividendi e non si esclude neanche il ricorso a un aumento di capitale limitato (la cifra che circola è di 1,3-1,5 miliardi, comunque non superiore ai 2 miliardi) anche a fronte della difficile situazione sul versante del debito. Sul tavolo del consiglio ci sarà anche l’ipotesi di un convertendo che potrebbe essere realizzato in parte anche tramite l’aumento di capitale.
Tra le ipotesi sul piatto anche uno scorporo “light”, non uno spin off vero e proprio ma un rafforzamento dei “poteri” di Open Access che avrebbe una contabilità separata da quella di Telecom.
Intanto Telefonica è pronta a dare l’ok a un’iniezione di liquidità fino a due miliardi attraverso l’emissione di nuove azioni o di un bond convertibile. La disponibilità era stata annunciata dal presidente Cesar Alierta al presidente del Consiglio Enrico Letta nell’incontro dello scorso 29 ottobre. “Abbiamo confermato al premier Enrico Letta il nostro impegno come socio industriale di Telecom Italia e il nostro impegno ad aiutare il gruppo a sviluppare la sua presenza sul mercato domestico e i suoi investimenti”, aveva detto al termine dell’incontro a Palazzo Chigi, il giorno successivo a quello dello stesso premier con lPatuano.
Ma Marco Fossati (Findim) ha il suo “contropiano”: no alla cessione degli asset sudamericani, delle torri e degli immobili. E daLondra dove ha incontrato gli analisti lancia un duro attacco a telefonica: “Sta bloccando Telecom Italia. Serve un nuovo corso”.
E in vista del cda scendono in campo i piccoli azionisti di Asati che lanciano un appello “all’unità a tutti i consiglieri indipendenti” invitandoli “ad ostacolare e non approvare nessun documento e azioni proposte dall’attuale azionista di controllo Telefonica-Telco e rivolte ad un depauperamento dell’attuale patrimonio della Societa'”.
“Il ruolo e i compiti precipui dei consiglieri indipendenti – sottolinea Asati – riguardano non solo coloro che sono stati eletti nelle liste di Assogestioni ad aprile 2011, ma tutti e tutti devono ritenersi eletti a tutela delle minoranze e quindi agire per tutelare i diritti e gli interessi delle minorities che nel caso di Telecom, ricordiamo ancora una volta, sono oltre 500.000 azionisti e l’85% del capitale rappresentando quindi una maggioranza virtuale non rappresentata adeguatamente nel cda”. Asati interviene anche sul tema Telecom Argentina: “ovviamente – sottolinea l’associazione – ci aspettiamo che i Consiglieri Alierta e Linares escano dal cda avendo un palese e manifesto conflitto di interessi per operazioni su parti correlate”.