Via all’assemblea degli azionisti di Telecom Italia con il 55,66% del capitale presente. Lo scontro tra Vivendi – i francesi sono presenti all’assise con il 20,53% del capitale con peso specifico corretto per il capitale ordinario del 35,9% – e i fondi si sposta all’Auditorium di Rozzano dove gli azionisti si sono riuniti per votare, nella parte straordinaria, la conversione delle azioni risparmio e, nell’ordinaria, la proposta presentata dai francesi di allargare il cda da 13 a 17, con l’ingresso di quattro suoi rappresentanti.
Tra gli azionisti rilevanti ci sono Jp Morgan (2,65% con diritto di voto e 1,87% senza diritto di voto) e Bank of China (2,07%). Il peso specifico della partecipazione della Caisse des Depots et Consignations, la Cdp francese, nel capitale azionario di Telecom Italia per l’odierna assemblea è pari all’1,4251%.
Il muro contro muro tra Vivendi, socio con il 20%, e i fondi internazionali, che hanno la maggioranza del gruppo telefonico, rischia però di lasciare tutti a bocca asciutta. All’assise sarà presente il 55,6438% del capitale. Si profila una doppia bocciatura: sia per la conversione delle risparmio sia per l’ingresso degli uomini di Vincent Bollorè nel board.
Venerdì sera, a sorpresa, Vivendi ha comunicato che si asterrà nella votazione sulle risparmio, affossando di fatto l’operazione che richiede la maggioranza qualificata dei due terzi del capitale presente e un’astensione, nella parte straordinaria dell’assemblea, equivale a un voto contrario. Le speranze residue che la conversione vada in porto sono legate solo alla possibilità che l’affluenza in assemblea sia massiccia, oltre il 60%. Intanto l’astensione ha già avuto il primo prevedibile effetto oggi in Borsa, con il crollo dei titoli risparmio (-10,66% a 0,88 euro), un vero sgambetto ai fondi, che hanno in pancia molte azioni della categoria.
Stessa sorte per la mozione presentata da Vivendi, visto che il Comitato dei gestori e tutti i principali proxy advisor hanno raccomandato un voto negativo a riguardo. Per l’allargamento del cda serve il voto favorevole della maggioranza assoluta dei presenti all’assemblea. Ma i francesi, ha annunciato Arnaud de Puyfontaine, non sono intenzionati a fare marcia indietro e non ritireranno la loro proposta. “Assolutamente no, considero che quella domanda sia legittima”, ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera, non dando del tutto scontata una sconfitta.
“Poche chance non vuole dire zero chance”, ha detto il Ceo di Vivendi, che oggi sarà presente a Rozzano, sottolineando di aver ricevuto “moltissimi” messaggi di sostegno da parte di investitori anglosassoni. “Per un gruppo di qualità come Telecom avere un board che non riflette il suo azionariato è come avere una nave senza guida – ha spiegato – L’assemblea straordinaria è un’opportunità per ottenere il giusto riflesso della nostra posizione. Sarebbe illegittimo che Vivendi, che ha investito 3 miliardi, non fosse rappresentata. E’ un fatto aritmetico: con il 20% lo statuto prevede quattro presenze”. Se l’assemblea odierna boccerà la proposta, ha detto ancora de Puyfontaine, comunque “chiederemo di essere rappresentati nel board e ribadiremo l’ok alla conversione”. Anche se non alle condizioni attuali. “C`è spazio per fare una proposta migliore, per il mercato e per il bilancio Telecom“.
Spazi per un compromesso sembrano ormai esclusi e tra poco si andrà alla conta. Nulla è tuttavia escluso, neanche colpi di scena ad assemblea in corso, con nuove mozioni e possibili uscite strategiche al momento delle votazioni per cambiare nuovamente le carte in tavola.
Intanto Vivendi sale ancora in Telecom. Il gruppo tra il 18 e il 23 novembre ha acquistato complessivamente 56 milioni di titoli dell’operatore di tlc (pari allo 0,4% del capitale) per un totale di 65,5 milioni di euro, come emerge dal filing model di Borsa. Vivendi aveva comunicato il 17 novembre di possedere alla data del 16 novembre il 20,112% del capitale di Telecom.