Telecom Italia lavora allo scorporo light. A quanto risulta al Sole 24 Ore la compagnia ha allo studio un intervento su Open Access – la divisione che si occupa della gestione della rete – che la doterebbe di una contabilità separata: non un bilancio vero e proprio ma un prospetto-rendiconto con ricavi, costi e marginalità messi nero su bianco. Attualmente Open Access ha una sua contabilità regolatoria, indicativa solo di quanto sono prezzati i servizi.
Due i vantaggi dello “scorporo light”: prima di tutto quello di far fare a Telecom un passo avanti verso la richiesta di equivalence of input al centro del dibattito con Agcom; il secondo vantaggio è quello di garantire una maggiore trasparenza che aiuterebbe, in una seconda fase, l’ingresso di nuovi soci – in primis Cdp – nell’eventuale newco della rete.
In questo modo Telecom evita di mettere una pietra tombale sul progetto spin off. A fine maggio il gruppo aveva presentato ad Agcom un primo progetto basato su una rete, senza i Dslam, da 15 miliardi di valore e ricavi stimati a 5 miliardi e che prevedeva l’impiego di 22mila addetti. Ci sarebbe stato bisogno – ricorda il Sole – di un ulteriore step presso Agcom, che però non è mai stato fatto. Complici anche le vicende che hanno coinvolto Telecom a partire dalla salita di Telefonica in Telco fino ad arrivare alle dimissioni di Franco Bernabè che quel piano lo aveva voluto.
Ora il passo in avanti di Telecom, le cui mosse successive – spiega ancora il quotidiano – dipenderanno anche dai dividendi regolatori che l’azienda si aspetta da Agcom. In questo senso non aiuta la posizione dell’Autorità sulle tariffe di unbundling. A quanto risulta al Sole, Agcom avrebbe deciso di andare avanti sul listino 2013, nonostante i rilievi della Commissione europea.
Il 12 novembre scade il termine dell’interlocuzione a tre tra Ue, Berec e Agcom. Da quella data la Commissione ha un mese di tempo per fare una raccomandazione che però non ha valore vincolante.