Al prossimo cda Telecom Italia, previsto per giovedì prossimo, si discuterà certamente del nodo presidenza. Le dimissioni da vicepresidente vicario, paventate da Aldo Minucci, potrebbero diventare esecutive proprio giovedì prossimo. In questo caso l’interim passerebbe al consigliere anziano Fitoussi. Ma, a quanto apprende l’Adnkronos da fonti finanziarie, è anche possibile che, in quell’occasione, Minucci venga nominato presidente. E che rassicurazioni in tal senso lo abbiano spinto a ritirare le dimissioni da vicepresidente del board.
L’ultimo cda del 16 gennaio ha deliberato di affidare a un gruppo di lavoro interno l’effettuazione di un benchmarking della corporate governance della Società; il gruppo di lavoro presenterà le risultanze delle analisi nella riunione del prossimo 6 febbraio.
Molto probabilmente la governance di Telecom Italia non cambierà neanche a questo giro assembleare: il Cda in scadenza ad aprile, secondo quanto riportava la stampa qualche giorno fa, sarà rinnovato ancora con le vecchie regole, che assegnano i quattro quinti dei posti alla lista più votata. Marco Fossati questa volta punterà ad aggiudicarsi in assemblea la maggioranza, proponendo un progetto e una squadra per portarlo avanti. Gli interlocutori di riferimento saranno i fondi esteri che hanno quasi la metà del capitale.
Secondo autorevoli esponenti dell’azionariato di riferimento, spiega il quotidiano, non ci sarebbero però i tempi tecnici per cambiare l’impianto di uno statuto ereditato da Telco al momento in cui era subentrata a Olimpia.
Di fatto dunque l’ago della bilancia sarà proprio Patuano che, pur essendo stato nominato da Telco, ha mostrato una certa apertura alle istanze di Findim e dei fondi: infatti con il cda a formazione ridotta,a parte l’Ad, 5 consiglieri sono emanazione di Telco e 5 indipendenti , di cui due (Fitoussi e Sentinelli) indicati da Telco, e tre (Calvosa, Egidi, Zingales) sono espressi dai fondi.