L'OFFERTA

Telecom Italia, Patuano: “Non servono aumenti di capitale”

L’Ad annuncia: “Al momento ricapitalizzazione non necessaria”. E sull’eventuale scorporo chiarisce: “Nessun punto in comune con la manifestazione di interesse dell’imprenditore egiziano”. Intanto Sawiris dalle colonne del FT avverte: “L’operatore ha bisogno di un cambio di management”

Pubblicato il 13 Nov 2012

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“Al momento Telecom Italia non prevede una ricapitalizzazione”. Lo ha detto l’amministratore delegato Marco Patuano, a margine di un evento del gruppo. “Al momento non se ne vede la necessità – ha puntualizzato – vista la dinamica attuale dell’azienda”. Con queste parole Patuano “stoppa” l’offerta del magnate egiziano Naguib Sawiris intenzionato a investire almeno 2 miliardi di euro nella compagnia.

Il presidente esecutivo Franco Bernabè aveva invece espresso soddisfazione davanti alla proposta di Sawiris. “Se c’è un interesse da parte di un soggetto per Telecom Italia – sottolineava ieri il manager – vuol dire che dentro Telecom Italia c’è un importante valore e quindi credo faccia piacere che questo interesse ci sia”. Bernabè aveva precisato anche che l’offerta sarà discussa alla prossima riunione del Cda che si terrà non prima di dicembre.

Da parte sua Naguib Sawiris spiega oggi al Financial Times che Telecom Italia “ha bisogno di un contributo sul capitale per abbattere il debito ed espandersi in America Latina tramite operazioni di acquisizione”, aggiungendo anche che all’interno dell’operatore servirebbbe “un riallineamento del management”. Riallineamento che, a detta dell’imprenditore, servirebbe a “far ritornare felici gli azionisti”. Per quanto riguarda le modalità di investimento Sawiris spiega che sarebbe effettuato da Accelero Capital, un fondo di private equity recentemente costituito e gestito dagli stessi manager con i quali ha venduto Wind ai russi di Vimpelcom.

Patuano inoltre ha annunciato che il progetto per lo scorporo della rete Telecom “sta procedendo in modo ordinato”. “Per la valutazione della rete è stato nominato un gruppo di advisor – ha detto Patuano – Morgan Stanley, Banca Intesa, Mediobanca e Barclays Bank per gli indipendenti”. L’ad ha chiarito che questo progetto non ha “punti in comune” con la manifestazione di interesse dell’imprenditore egiziano.

Patuano ha rilanciato anche sulle strategie in banda larga di Telecom Italia, ribadendo che “entro l’anno prossimo raggiungeremo cento città in banda larga con tecnologia mista (fiber to the home fiber to the cabinet). Noi non ci limitiamo a Milano, prossimamente sarà annunciata la commercializzazione in importanti città”.

Infine l’Ad ha smorzato gli entusiasmi di chi vedeva con favore l’acquisto della brasiliana Gvt. “Quello dell’operatore brasiliano Gvt sicuramente è un dossier da guardare – ha precisato Patuano -, ma poi se ne guardano tanti, e quello è un operatore di rete fissa e noi in Brasile abbiamo il secondo operatore di rete mobile”.

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