Telecom Italia dismetterà 6mila centrali di trasmissione entro il 2024, per completare la transizione verso i servizi Full IP basati sulle reti in fibra ottica e risparmiare così sui costi energetici e immobiliari. Il piano di ammodernamento delle infrastrutture di rete della telco guidata dall’Ad Flavio Cattaneo, riporta oggi il Sole24Ore, è ufficialmente partito con la comunicazione inviata dalla compagnia all’Agcom, che con una delibera data fine 2015 aveva dettato i tempi della dismissione delle centrali in mano al gruppo.
La deadline del processo che libererà Telecom di circa 6mila siti sui 10.500 controllati è fissata al 2024 e riguarda sia le centrali aperte ai servizi di unbundling su rame sia quelle non aperte a questo tipo di servizi. L’obbligo di informazione nei confronti degli operatori alternativi che si avvalgono di accesso a questi siti prevede una comunicazione in anticipo di 5 anni nel primo caso e di 3 anni nel secondo.
Il passaggio all’infrastruttura all-fiber, spiega il quotidiano economico-finanziario, è fondamentale per la realizzazione delle rete di accesso in fibra di nuova generazione basata sulle tecnologie Full IP, in grado di supportare i più moderni servizi digitali che viaggiano su Internet, come le applicazioni web di messaggistica e comunicazione online (Skype, Google Voice, ecc.).
Per Telecom, i vantaggi non si fermano alle migliori performance che una rete interamente basata sulla fibra ottica potrà garantire in termini di connettività. La telco potrà infatti abbattere i consumi energetici delle centrali in questione e provare a monetizzare la dismissione sul versante immobiliare, mettendo in vendita gli spazi propri che ospitano alcuni dei 6mila siti. I risparmi complessivi potrebbero viaggiare nell’ordine di qualche centinaia di migliaia di euro, ma le stime sono attualmente top secret.
L’Autorità garante per le comunicazioni ha messo in piedi il tavolo tecnico, che si occuperà di stabilire l’iter della dismissione entro i prossimi 5 mesi. L’aspetto procedurale è essenziale soprattutto per evitare contenziosi fra Telecom e gli operatori alternativi che attualmente utilizzano in modalità wholesale i siti in via di dismissione e che potrebbero lamentare disservizi nel corso del processo.