INVESTIMENTI

Telecom Italia: riflettori sul cda, sul tavolo il dossier Ngn

Domani la riunione del consiglio. L’operatore dovrà decidere se confermare la sua strategia di investire da sola nella banda ultra larga o costruire un progetto con Cdp a partire da Metroweb

Pubblicato il 25 Mar 2015

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Il tempo stringe per Telecom Italia che deve decidere se confermare la sua strategia di investire da sola nella banda ultra larga o costruire un progetto con Cdp a partire da Metroweb. Il dossier finisce prepotentemente sul tavolo del cda che si riunisce domani a Venezia nella sede del Telecom Italia Future Centre nell’antico convento di San Salvador.

Dove investire e come, dovrà dirlo come tutti gli altri operatori, entro martedì prossimo (31 marzo) e presentare la sua manifestazione di interesse sulle singole zone. Poi avrà tempo fino al 31 maggio per presentare il piani di investimento nella banda ultra larga a 30 Mbps e 100 Mbps e l’assegnazione dei lotti di intervento dovrebbe essere finalizzata entro il 15 giugno.

La riunione del cda di giovedì era già in calendario, ma ora il primo punto all’odg è l’investimento nella banda larga, che non necessariamente si chiamerà Metroweb. Il consiglio potrebbe anche confermare la linea “ballo da sola” e i 2 miliardi di euro raccolti con il bond convertibile, secondo indiscrezioni di stampa, potrebbero essere il “booster” per completare il piano Fttc in 6 mesi. Il gruppo guidato da Marco Patuano ha riaperto le discussioni con Cdp al tavolo Metroweb ma non può trascurare il fatto che anche Vodafone sia interessata alla partita e con la lettera d’intenti firmata la settimana scorsa ha dato un segnale forte. ”Telecom vuole avere assicurazioni sulla governance prima di investire in Metroweb” commentano gli analisti ricordando la richiesta di avere una quota del 51%. La soluzione, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, potrebbe essere quella di proporre a F2i di congelare provvisoriamente i diritti di voto sopra il 50% e garantire la neutralità della rete in fibra, con l’apertura ai concorrenti.

“Le trattative o i negoziati non si fanno sui media” ha detto il presidente della Cassa Depositi e Prestiti Franco Bassanini. A inizio marzo in un’intervista a Repubblica è però lo stesso Bassanini che aveva illustrato “l’ipotesi che Telecom entri ora in minoranza, ma con il diritto di acquisire la maggioranza una volta realizzato il piano di investimenti”. “Anche altri – dice oggi Bassanini – farebbero bene a tenere la bocca chiusa soprattutto nel caso in cui sono loro stessi a dire che è bene fare cosi”.

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