È fissata al prossimo 2 ottobre, davanti al gup di Roma, l’udienza relativa al procedimento sulle cosiddette “sim fantasma” di Telecom Italia giunta da Milano per competenza territoriale.
Il giudice è chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio, sollecitata dal pm Giancarlo Cirielli, nei confronti dell’ex amministratore delegato di Telecom Italia, Riccardo Ruggiero, dell’ex direttore operativo di Tim Italia Massimo Castelli e dell’ex responsabile marketing di Tim Italia, già numero uno di Tim Brazil, Luca Luciani.
Gli imputati sono accusati di aver ostacolato l’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza, attraverso false comunicazioni. I pm di piazzale Clodio hanno, di fatto, recepito l’impianto accusatorio dei magistrati milanesi. L’accusa sostiene che i tre ex manager, “ricorrendo a un artificio tecnico-contabile”, abbiano tenuto in vita tra il 2006 e il 2008 5,3 milioni di schede sim, “di immediata e prossima scadenza” e quindi “da disattivare”, con ricariche da un centesimo allo scopo di ostacolare l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, cui venivano “comunicati dati dolosamente alterati”, gonfiando fittiziamente il volume dei clienti di Telecom, che nel procedimento è parte offesa con il suo presidente Franco Bernabé, e le sue quote di mercato. Per chi indaga, inoltre, dal 2005 al 2008 sarebbe stata fittizia l’attivazione di almeno un milione di schede.
Lo scorso 11 febbraio una sentenza della terza sezione del tribunale di Milano, accogliendo la richiesta delle difese dei tre imputati, aveva stabilito che il processo sulle cosiddette “sim fantasma” andava spostato a Roma in quanto il tribunale di Milano non ha la competenza territoriale.