CONSOB

Telecom Italia, Vegas: “Basta scatole cinesi, fanno male all’economia”

Il presidente della Consob: “La nazionalità di TI non è importante. Un’opa da parte di Vodafone? Ben venga chiunque, ma i prezzi e i servizi siano competitivi e i risparmiatori non siano danneggiati”. E sulla proposta della nuova legge sull’Opa: “Sono favorevole a due soglie, ma entrambe fisse”

Pubblicato il 13 Dic 2013

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“A me non interessa che Telecom sia italiana o spagnola, l’importante è che offra buoni servizi a prezzi competitivi e che i risparmiatori non siano danneggiati”. E’ quanto afferma il presidente della Consob, Giuseppe Vegas in un’intervista al settimanale l’Espresso in edicola oggi. “Se arriva Vodafone o un altro, ha i soldi e lancia un’opa, ben venga”, dice Vegas rispondendo ad una domanda, “anche se potrebbe esserci un problema di antitrust”.

E, a proposito della proposta del presidente della Commissione Bilancio del Senato Massimo Mucchetti sull’opa obbligatoria, afferma: “sono favorevole ad una doppia soglia, una ordinaria ed una ridotta per le public company, ma entrambe fisse. Anzi forse ce ne vorrebbe una terza, più alta per le matricole in modo da incentivare gli imprenditori che non si quotano perché temono di perdere il controllo”.

Secondo Vegas “le soglie mobili hanno degli svantaggi: bisogna che il mercato ne sia a conoscenza “prima”, e poi i rischi di contenzioso sarebbero enormi”.

Più in generale sull’affaire Telecom-Telefonica, Giuseppe Vegas fa capire che le azioni messe in campo dalla Consob non rispondono in alcun modo alla volontà di ostacolare gli spagnoli. “Spero che dalla vicenda Telecom venga fuori chiaro questo messaggio – puntualizza – ‘Signori le scatole cinesi non funzionano più perché fanno male perché fanno male all’economia del Paese’. Se noi ci accorgiamo che un soggetto, che sta nella solita scatola cinese, ha acquistato azioni al doppio del valore di mercato, beh ci andiamo giù pesante. E se facciamo domande o ispezioni è più rischioso mentire nelle risposte formali. Magari scattano le contraddizioni e salta il tappo”.

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