LAVORO

Telecom non molla sulla solidarietà espansiva, pressing sul governo

Secondo fonti sindacali la compagnia punta a chiedere a Palazzo Chigi di sovvenzionare solo le aziende che abbiano già firmato accordi per la solidarietà difensiva. In alternativa pronto il “piano B”: nuove assunzioni nelle società controllate

Pubblicato il 17 Dic 2015

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Telecom Italia non demorde nella battaglia per ottenere dal Governo i fondi per la solidarietà espansiva, strumento che permetterebbe di realizzare il piano di assunzioni massiccio di circa 4mila dipendenti annunciato in passato. In assemblea l’Ad Marco Patuano ha affermato che sarà difficile che l’ammortizzatore sociale “sia inserito nella legge di Stabilità”, ma intanto i rappresentanti dell’azienda, secondo quanto si apprende da fonti sindacali, sono al lavoro per trovare in futuro una soluzione.

Telecom vuole dimostrare che il costo per le casse dello Stato della solidarietà difensiva, che dovrebbe iniziare il 4 gennaio, per gran parte dei dipendenti del gruppo, sarebbe uguale a quello della solidarietà espansiva. Una strada potrebbe essere quella di chiedere al Governo di sovvenzionare la solidarietà espansiva per le sole aziende che hanno già concluso accordi per quella difensiva, concedendo un periodo di prova di 6 mesi.

“L’azienda – dichiara Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl – sta continuando a pressare il Governo per avere la solidarietà espansiva. Si potrebbe aprire uno spazio poiché secondo i calcoli di Telecom ci sarebbe per il Governo uguale esborso tra la solidarietà difensiva e quella espansiva. Uno dei nodi è quello della copertura previdenziale che è prevista con la solidarietà difensiva, non con l’espansiva”.

In mancanza di solidarietà espansiva, Patuano in assemblea ha spiegato che c’è comunque una strategia pronta e che le assunzioni andranno avanti nei settori dell’azienda che non utilizzeranno la difensiva. Telecom nei mesi scorsi aveva annunciato il piano da 4mila assunzioni naufragato a causa del mancato inserimento della solidarietà espansiva nei decreti attuativi del Jobs act.

Nei mesi scorsi Telecom ha firmato un accordo con i sindacati (contraria la Cgil) sulla solidarietà difensiva che dovrebbe partire il 4 gennaio e durare due anni per evitare le migliaia di esuberi annunciati.

L’accordo firmato con i sindacati ad eccezione della Slc Cgil prevede inoltre un piano di uscite volontarie che potrebbero interessare fino a 3.500 persone: 3.200 avrebbero i requisiti di uscire ex articolo 4 della legge Fornero, ai quali si sommano 300 mobilità volontarie. “L’insieme a regime, coinvolgerà il 7% della forza lavoro” ha spiegato in assemblea Patuano, precisando che possibili altre assunzioni sono “inconciliabili con la solidarietà difensiva, ma sono possibili in aree dove la solidarietà non si applica”. Ovvero nelle società controllate.

Secondo Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil, “le dichiarazioni che il management ha riportato in assemblea sui piani di sviluppo del personale sembrano un mediocre film di fantascienza.

Lunedì, intanto, andrà probabilmente in scena una nuova spaccatura tra i sindacati presenti in Telecom in occasione dell’incontro sulla gestione dei 200 esuberi individuati nell’Information Technology. Secondo quanto previsto dall’accordo quadro sugli esuberi anche in questo settore si dovrebbe gestire la situazione con la solidarietà difensiva. La Cgil, e gran parte delle Rsu, secondo quanto si apprende, sono contrarie anche a questa intesa. “L’accordo – annuncia Azzola – non è firmabile. E c’è anche il dubbio che si vada verso una dismissione dell’IT”.

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