Sarà un duello fra Recchi-Gamberale a decidere la presidenza del nuovo cda di Telecom Italia. Oggi infatti Telco e Findim hanno presentato le loro liste in vista dell’assemblea degli azionisti della compagnia in programma il 16 aprile.
Il presidente dell’Eni, Giuseppe Recchi è il candidato alla presidenza espresso da Telco (qui il curriculum) mentre Vito Gamberale (qui il curriculum) è l’uomo su cui punta Fossati. Il cda della holding ha inoltre confermato l’attuale ad di Telecom, Marco Patuano e i consiglieri Tarak Ben Ammar e Jean Paul Fitoussi. Della lista di 13 nomi, votata all’unanimità, fanno parte anche Denise Patricia Byrne Kingsmill, l’ad di Terna Flavio Cattaneo, Giorgina Gallo (presidente onorario di L’Oreal Italia), Laura Cioli (ad di Cartasi), Giorgio Valerio (ex ad di Unidad Editorial in Spagna e di Rcs Quotidiani e Rcs Digital in Italia), Luca Marzotto (ad di Zignago), Elena Vasco, Paolo Fumagalli e Maurizio Dattilo. Probabile però che gli ultimi tre non entreranno nel cda, per dare spazio ai nomi delle liste di minoranza. I rappresentati di Telefonica, che hanno partecipato telefonicamente alla riunione del board Telco, non hanno proposto nomi, né partecipato alle consultazioni dei giorni scorsi, limitandosi, secondo quando confermato dalla holding, a dare la propria approvazione finale alla lista.
Tra i primi a giudicare “un’ottima scelta” la decisione di indicare Giuseppe Recchi per la presidenza Telco è stato Carlo Messina, ceo di Intesa Sanpaolo. E intanto l’a.d di Terna Flavio Cattaneo, risponde a Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria del Senato, che in audizione gli ha chiesto ragguagli sulla decisione di Telco di inserirlo nella lista: “Telecom mi ha offerto questa opportunità – ha risposto – ho informato il presidente di Terna, Luigi Roth. Non c’era nessuna opposizione in base alle norme della Consob secondo le quali posso accettare due ruoli da consigliere non esecutivo. Ho parlato anche con i vertici di Cdp – ha concluso – e non mi è stata fatta alcun osservazione di nessun tipo”.
E anche Marco Fossati affila le armi. Nella sua lista di minoranza – 3 membri – ci sono Vito Alfonso Gamberale, Girolamo Di Genova e Franco Lombardi. Alla presideza del board è candidato Gamberale. In realtà, sino all’ultimo Findim aveva cercato di trovare un’intesa con Telco tanto che sembrava che la mediazione potesse essere stata individuata nel nome di Massimo Tononi, presidente di Borsa Italiana. Tuttavia, proprio in zona cesarini la candidatura di Tononi è sfumata ed è a questo punto che Findim ha deciso di scendere in campo con un proprio nome “pesante”, quello appunto di Vito Gamberale.
La caratura di Gamberale e l’annunciata presentazione, lunedì prossimo, di un piano industriale targato Findim fanno emergere la volontà di costruire attorno a Fossati un gruppo di azionisti coeso e strategico che faccia da perno per dare una prospettiva più solida all’azienda.
Nelle prossime settimane, sempre in vista dell’assise del 16 aprile, la finanziaria con l’assistenza tecnica della società Boudicca Proxy Consultants, effettuerà un roadshow nelle principali piazze finanziarie internazionali per presentare agli azionisti di mercato le candidature proposte per il cda e il piano strategico industriale. Piano coordinato appunto dai candidati al cda – Gamberale, Di Genova e Lombardi – con la collaborazione della società Analysys Mason.
Secondo Fossati, Telecom deve poter perseguire un futuro da autentica public company, con una gestione indipendente da condizionamenti e proiettata verso l’efficienza, impegnata all’arresto del declino, focalizzata quindi sulla crescita, per la piena realizzazione delle sue grandi potenzialità industriali.