URBANISTICA & TELCO

Telecom, si riapre il gioco delle Torri

Il Campidoglio cambia idea: sì alla ristrutturazione degli edifici dell’Eur. Polemica sulla rinuncia ai 25 milioni di oneri accessori

Pubblicato il 27 Set 2016

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Si riapre la partita Torri dell’Eur – Telecom. Dopo la revoca del permesso a costruire del luglio scorso da parte degli uffici del Campidoglio e il sospiro di sollievo da parte dell’Ad Flavio Cattaneo, assolutamente contrario all’operazione (voluta invece dal suo predecessore Patuano) di concentrare tutti gli uffici e i dipendenti Telecom di Roma all’Eur, nelle Torri (ristrutturate) di Ligini, il Campidoglio cambia idea e l’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini annuncia: “Presenterò mercoledì 28 settembre una memoria di giunta, l’obiettivo è tenere Telecom nelle Torri. Rinunciamo ai 25 milioni di oneri concessori che stanno bloccando tutto, vogliamo che Telecom rimanga”. Il problema, a questo punto, è convincere Telecom a rimanere.

E sarà molto difficile. L’ad Cattaneo è, per esigenze di bilancio, fortemente contrario all’operazione (giudicata troppo costosa), e il no del luglio scorso da parte del Campidoglio gli aveva permesso di recedere dal contratto già stipulato senza pagare un euro di penale. Ora, però, l’apertura di Berdini potrebbe creare qualche difficoltà soprattutto di carattere politico. Sulla vicenda interviene anche il deputato del Pd Marco Miccoli, che apprezza il fatto che il precedente no alla ristrutturazione delle Torri sia diventato un sì, ma nel contempo si chiede: “Perché rinunciare ai 25 milioni di oneri concessori da Telecom, la società guidata da Flavio Cattaneo? Cos’è, un regalo ai poteri forti? Questa scelta va spiegata bene anche per non lasciare ombre sull’appello che Sabrina Ferilli, legata da anni all’attuale ad di Telecom, fece per Virginia Reggi durante le elezioni comunali a Roma”.

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