Un’iniziativa per dare un’accelerazione al progetto di copertura, con 500 milioni di fondi propri, in Ftth (fibra fino a casa) in 40 città, ma che inevitabilmente appare anche come una risposta a distanza a chi nelle ultime settimane si è dimostrato scettico sulle reali intenzioni di Telecom Italia. La società ha creato una divisione ad hoc per portare avanti il progetto “Fast Rollout Ftth/b”. A capo di questa divisione è stato messo un dirigente di lungo corso: Carlo Filangieri.
La struttura è stata creata – fanno sapere a CorCom da Telecom – all’interno delle divisione Operations guidata da Roberto Opilio. E il fatto di aver messo Filangieri, uomo di fiducia di Opilio, a capo del progetto dimostra la volontà di Telecom di dare priorità allo sviluppo delle Ngn. Il progetto – dicono da TI – “partità subito”. Non sono stati resi noti il timing e né le città coinvolte nel progetto, ma la compagnia assicura che “importanti risultati saranno raggiunti già a partire da quest’anno”.
L’ex monopolista fa dunque un altro passaggio operativo per dare copro a un progetto comunicato il 31 marzo a Infratel e che ha spinto palazzo Chigi e il Mise ad aprire una nuova consultazione sui piani di investimento sulla banda ultralarga da parte degli operatori.
Per gli analisti di Icbpi “la mossa di Telecom dovrebbe agevolare eventuali partnership per il progetto di sviluppo della banda ultralarga elaborato dal Governo che subirà un nuovo slittamento rispetto al termine del 31 maggio, precedentemente indicato per la presentazione dei piani di investimento”.
Accanto a tutto ciò resta aperta la partita Metroweb con Vodafone impegnata per rilevare quota di F2i e Telecom che, però, ancora non è fuori gioco. Ieri il numero uno di Fsi, Maurizio Tamagnini, che ha chiarito come il Fondo strategico italiano (Fsi) abbia bisogno del contributo degli operatori telefonici e che lavora in accordo con F2i per realizzare il piano per la banda ultralarga del governo.
“Siamo allineati con F2i per realizzare concretamente con gli operatori interessati il piano del governo per la banda larga”, ha risposto il manager a margine di un’audizione in Senato a chi chiedeva se vi fosse una diversità di vedute fra i due fondi partecipati dalla Cassa depositi e prestiti (Cdp) nelle trattative con le compagnie telefoniche per un eventuale ingresso nel capitale della controllata Metroweb.
Nel corso dell’audizione sempre Tamagnini ha anche detto che “Metroweb ha bisogno degli operatori telefonici perché con il solo cavo non si realizza la rete a ultrabanda”.
Metroweb è al centro di una complessa trattativa per allargarne il capitale alle telecom. Il governo la vorrebbe trasformare in una società partecipata dai operatori, senza nessun azionista privato con il controllo sulla società.
Secondo quanto detto dal presidente di Cdp Franco Bassanini la settimana scorsa, per il futuro di Metroweb i due soci principale F2i e Fsi sono al lavoro per progettare un aumento di capitale, aperto ad altri soci, finalizzato a un piano di investimenti da circa 5 miliardi per portare la fibra ottica sino alle case.