Telefonica è pronta a dare via libera a una riorganizzazione finanziaria di Telecom Italia che prevede un’iniezione di liquidità fino a 2 miliardi di euro. Lo dicono alcune fonti vicine alla situazione, aggiungendo che l’iniezione di liquidità potrebbe avvenire attraverso l’emissione di nuove azioni o di un bond convertibile.
Il gruppo sta valutando anche possibili cessioni e l’eliminazione della cedola, aggiungono. Telefonica guarda a una possibile cessione di Tim Brasil nel 2014. Nei giorni scorsi alcune fonti hanno detto a Reuters che Telecom Italia, in vista dell’aggiornamento del piano strategico, il 7 novembre, stava valutando un avvio del processo di breakup, primo passo per le cessioni, lo stop alla vendita di una quota della rete fissa e la cancellazione del dividendo. Le stesse fonti hanno detto che si stava valutando anche un aumento di capitale e la cessione di Tim Brasil, ma che sull’argomento era possibile un rinvio.
Secondo l’agenzia di rating Moody’s, dopo il downgrade a junk di Telecom Italia, solo un aumento di capitale può essere considerato equity, eventuali altri strumenti saranno da valutare come nuovo debito.
“Dopo il nostro downgrade a Ba1 l’8 ottobre, qualunque strumento finanziario diverso da un aumento di capitale, molto probabilmente sarà considerato debito nella struttura di Telecom Italia“, spiega Carlos Winzer analista di Moody’s,
La decisione dell’agenzia di rating ha reso quasi inefficace e molto costoso il piano di emissione del bond ibrido varato dal gruppo telefonico per 3 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi erano considerati equity.
In attesa del Cda di domani sono emerse indiscrezioni sul piano industriale che presenterà l’Ad Marco Patuano. VLe anticipazioni, parlano di una societarizzazione delle varie aree di attività, la vendita delle torri di trasmissione, la cessione di immobili per circa un miliardo, la cessione di Telecom Argentina a un compratore che ha già manifestato interesse (un fondo già presente nel capitale con una quota di minoranza) e l’azzeramento dei dividendi. L’amministratore delegato Marco Patuano dovrebbe poi proporre un aumento di capitale limitato a 1,3 a 1,5 miliardi di euro che permetterebbe di avere più respiro anche sul fronte degli investimenti.