Si fa avanti l'ipotesi di fusione fra Telecom Italia e
Telefonica ossia della possibilità per il gruppo spagnolo di Tlc
di rilevare il controllo totale dell'azienda italiana. Ipotesi
caldeggiata dal ministro spagnolo Miguel Sebastian, il quale
auspica una maggiore apertura dell'Italia agli investimenti
spagnoli.
Sull''integrazione concorda anche Marco Fossati, azionista
dell'azienda italiana di tlc con una quota del 5% (attraverso
Findim). "Avrebbe un senso industriale e sono stato il primo a
suggerire l'operazione, già tre anni fa", ha dichiarato
al quotidiano Milano Finanza. Fossati suggerisce la modalità
dell'offerta pubblica di scambio (da parte di Telefonica su
Telecom) ossia della fusione vera e propria affinché i benefici
dell'operazione siano per tutti gli azionisti. Il tutto a
prezzi in linea con quelli fissati tra i vertici di Telefonica e i
soci italiani di Telco, la holding che detiene il 22,5% di Telecom
Italia. Fossati dice dunque no al mero passaggio di quote che
potrebbe determinare uno svantaggio per l'azienda italiana e
rappresentare un pericolo per lo sblocco della situazione in Sud
America. "Mentre nel caso di una ops si potrebbero sfruttare
le singergia tra le due società con vantaggi per tutti gli
azionisti, in caso di acquisizione saremmo di fronte ad una manovra
esclusivamente finanziaria che danneggerebbe Telecom e
avvantaggerebbe solo Telefonica. In questo caso saremmo pronti a
fare battaglia", ha dichiarato Fossati sempre a Milano
Finanza.
Si complica intanto il caso Argentina: il ministro Julio De Vido ha
minacciato di revocare a Telecom Argentina la licenza operativa,
nel caso il contenzioso con l'Antitrust argentino dovesse
arenarsi in sede giudiziaria, a seguito del ricorso presentato dai
soci di Telco e Telecom Italia sull'obbligo a vendere la quota
in Telecom Argentina. Il ricorso è stato accolto dai giudici di
Buenos Aires, e quindi la data del 25 febbraio imposta
dall'Antitrust al momento è sospesa.