Si è chiuso nella notte il collocamento del bond Telefonica convertendo in azioni Telecom Italia per 750 milioni, con scadenza luglio 2017. Corrisponde a una quota del 6,5% del capitale sociale di Telecom. Telefonica dopo la scissione Telco e la consegna delle azioni sottostanti il bond avrà una partecipazione fra l’8,3% e il 9,4% del capitale. “Pertanto, Telefonica ridurrà la sua partecipazione indiretta in Telecom a livelli inferiori rispetto a prima della ricapitalizzazione di Telco del settembre 2013″, precisa unanota del gruppo spagonolo. Le obbligazioni hanno un rendimento del 6%, un prezzo di conversione da un minimo di 0,86 euro a un massimo di 1,032 euro e matureranno il 24 luglio 2017. Sul titolo di Telecom Italia sono subito scattate le vendite e il titolo cede il 3% a metà mattina per scendere a -4% nel pomeriggio e chiudere a -4,13%.
Il bond sarà convertito a scadenza ma è previsto che potrebbe essere rimborsato in cash nel caso in cui non dovesse aver luogo la scissione di Telco approvata la scorsa settimana in virtù del quale Telefonica riceverà il 14,8% di Telecom Italia.
L’operazione viene spiegata con l’esigenza di adeguarsi ai dettami dell’antitrust brasiliano che a dicembre scorso aveva individuato nel rafforzamento degli spagnoli in Telecom una violazione degli accordi del 2010 e una mutazione dell’equilibrio competitivo in Sud America.
“La discesa di Telefonica nel capitale di Telecom – è il commento di Equita Sim – è dettata dall’esigenza di rispettare quanto imposto dall’antitrust brasiliano (pena l’obbligo di aprire il capitale di Vivo). Si tratta pertanto di una vendita forzata e non ispirata da considerazioni strategiche o di opportunità finanziaria. Alla luce della nostra attesa di fondamentali di Telecom in tenue miglioramento nei prossimi trimestri, del possibile miglioramento dell’arena competitiva e dell’assenza di sinergie fra Telecom e Telefonica, la polverizzazione dell’azionariato di Telecom Italia appare una notizia decisamente positiva soprattutto sotto il profilo dell’appeal speculativo”. Il broker dunque vede, al di là della reazione attesa del titolo, spunti positivi per il futuro.
Anche Icbpi ritiene che l’operazione rappresenti “un altro passo per il ridimensionamento della presenza di Telefonica nell’azionariato di Telecom dopo la cessione della quota di convertendo Telecom Italia effettuata lo scorso mese”. “La mossa è finalizzata, probabilmente, a sostenere una modifica dei vincoli attualmente previsti dal Cade (antitrust brasiliano) che impongono all’ex monopolista spagnolo di uscire da Telco o di ridurre la partecipazione in Vivo entro giugno 2015. Per Telecom Italia, invece, la diluizione a termine della quota di Telefonica conferma la progressiva evoluzione di struttura di controllo e governance verso il modello di public company, con potenziale appeal speculativo per titolo”, conclude il broker.
Esn/Banca Akros sottolinea che, con questa operazione, Telefonica tornerà alla situazione precedente gli utlimi accordi con gli altri soci di Telco, quando deteneva il 46% della holding, “in linea con le condizioni imposte dall’Antitrust brasiliano”. “La possibile riduzione della quota di Telefonica non arriva in realtà come una sorpresa. La via scelta dà più flessibilità e riduce l’overhang (la minaccia di un eccesso di titoli offerti sul mercato) sul titolo Telecom”, sostiene l’analista. Ed è proprio il rischio di overhang uno dei fattori citati dai broker come possibile minaccia per le quotazioni di Telecom se la mossa di Telefonica dovesse dimostrarsi solo l’inizio di un generale disimpegno del gruppo nella società italiana.
L’annuncio degli spagnoli è in pratica una mossa preventiva in funzione Cade: a dicembre l’Antitrust brasiliano – dopo il rafforzamento di Telefonica nella holding Telco che è primo socio di Telecom – aveva sottolineato che l’incremento della quota era contraria agli impegni assunti con l’Authority e aveva chiesto agli spagnoli di conseguenza di uscire da Telecom Italia o di vendere Tim Brasil per riequilibrare la propria presenza nel mercato sudamericano. Con il convertendo triennale dunque Telefonica va verso la riduzione del proprio peso in Telecom Italia, in pratica tornando a una situazione simile a quella che aveva prima dell’autunno scorso, e in proiezione conserverà una partecipazione intorno all’8% circa di Telecom Italia.
Per il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi, la decisione di Telefonica non cambia la strategie del gruppo italiano. “Siamo e restiamo focalizzati a perseguire le nostre strategie,” ha precisato il manager.