Telecom Italia torna all’utile. Nel 2014 la compagnia ha registrato di 1,35 miliardi a fronte dei -674 milioni del 2013. Il cda proporrà all’assemblea degli azionisti, convocata per il 20 maggio, di distribuire il dividendo solo per le azioni di risparmio. “Ai soci di risparmio – si legge in una nota – viene confermata una cedola di 2,75 euro per azione per un totale di circa 166 milioni di euro”.
“I risultati del 2014 testimoniano che la scelta di investire sul nostro futuro si sta dimostrando vincente – commenta l’Ad Marco Patuano – Anche l’andamento positivo del business dei primi mesi del 2015, in linea con gli obiettivi che ci eravamo prefissati, conferma che Telecom è sulla giusta traiettoria e sta tornando al ruolo che le compete di operatore di primaria importanza nel settore delle telecomunicazioni” Il gruppo vede nel mercato tlc ”un trend di flessione dei servizi tradizionali – dice il manager – in parte compensato dallo sviluppo dei ricavi da servizi innovativi” e prevede che ”l’effetto combinato di questi fenomeni determini una ulteriore riduzione complessiva del mercato domestico, ma decisamente più contenuta rispetto a quella osservata negli scorsi esercizi, in particolare sul Mobile”.
In Brasile invece ”è prevista una crescita, seppur a tassi inferiori rispetto a quanto registrato negli anni precedenti, a causa della progressiva penetrazione e saturazione del mercato Mobile, del fenomeno di migrazione dai servizi tradizionali voce-sms ai servizi internet e dell’impatto di riduzione delle tariffe di terminazione mobile”.
Il presidente Giuseppe Recchi sottolinea come “nel corso del 2014 Telecom Italia ha avviato con successo il processo che la sta portando a essere una public company, orientata alla creazione di valore per tutti gli stakeholder e a favorire lo sviluppo e la crescita dei Paesi in cui operiamo”. “Abbiamo l’ambizione – prosegue Recchi – di guidare la prossima generazione del progresso del nostro Paese e il ritorno all’utile è per il nuovo consiglio motivo di grande soddisfazione”.
I ricavi ammontano a 21.573 milioni di euro, in calo del 7,8% rispetto all’esercizio 2013 (23.407 milioni di euro). In termini di variazione organica, calcolata escludendo l’effetto della variazione dei tassi di cambio (-565 milioni di euro) e del perimetro di consolidamento (-39 milioni di euro), i ricavi consolidati sono in riduzione del 5,4% (-1.230 milioni di euro).
L’Ebitda è pari a 8.786 milioni di euro e diminuisce, rispetto all’anno precedente, di 754 milioni di euro (-7,9%), con un’incidenza sui ricavi del 40,7% (40,8% nell’esercizio 2013). In termini organici l’Ebitda si riduce di 643 milioni di euro (-6,8%) rispetto all’anno precedente e l’incidenza sui ricavi diminuisce di 0,6 punti percentuali (40,7% nell’esercizio 2014 a fronte del 41,3% del 2013).
L’Ebit è pari a 4.530 milioni di euro; nell’esercizio 2013 era invece pari a 2.718 milioni di euro e scontava l’impatto della svalutazione dell’avviamento attribuito alla Cgu Core Domestic per 2.187 milioni di euro. La variazione organica dell’Ebit è positiva per 1.843 milioni di euro; escludendo anche la citata svalutazione dell’avviamento, sarebbe negativa per 344 milioni di euro.
Gli investimenti industriali, pari a 4.984 milioni di euro, nell’esercizio 2014 presentano un incremento rispetto all’esercizio 2013 di 584 milioni di euro. Il flusso di cassa della gestione operativa è positivo per 3.174 milioni di euro (positivo per 4.803 milioni di euro nell’esercizio 2013).
L’indebitamento finanziario netto rettificato al 31 dicembre 2014 è pari a 26.651 milioni di euro, in diminuzione di 156 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2013 (26.807 milioni di euro). Nel quarto trimestre 2014 l’indebitamento finanziario netto rettificato è aumentato di 79 milioni di euro rispetto al 30 settembre 2014; in particolare, si evidenzia che al positivo flusso di cassa della gestione operativa si sono contrapposti, oltre agli esborsi fiscali dell’ultimo trimestre, i maggiori fabbisogni, pari a complessivi 0,9 miliardi di euro, derivanti dai pagamenti già avvenuti a fronte dell’acquisizione di licenze in Brasile e in Argentina.
L’indebitamento finanziario netto contabile al 31 dicembre 2014 è pari a 28.021 milioni di euro (27.942 milioni di euro al 31 dicembre 2013).
I RISULTATI DELLE BUSINESS UNIT
DOMESTIC. A partire dal 2014, la Business Unit Domestic accoglie, oltre a Core Domestic e International Wholesale, anche il gruppo Olivetti. I ricavi Domestic, pari a 15.303 milioni di euro (16.388 milioni di euro nel 2013), si riducono del 6,6% sia in termini reported che organici. L’Ebitda della Business Unit Domestic è pari a 6.998 milioni di euro e registra una riduzione di 743 milioni di euro rispetto al 2013 (-9,6%). L’incidenza sui ricavi è pari al 45,7%, in lieve peggioramento rispetto al 2013 (-1,5 punti percentuali). L’Ebit del 2014 è pari a 3.738 milioni di euro (1.985 milioni di euro nel 2013); l’incidenza sui ricavi è del 24,4% (12,1% nel 2013).
BRASILE (cambio medio real/euro 3,12280). I ricavi del gruppo Tim Brasil per l’esercizio 2014 sono pari a 19.498 milioni di reais e risultano in calo del 2,1% rispetto all’esercizio 2013 (-423 milioni di reais). L’Arpu mobile del 2014 è pari a 17,7 reais, a fronte dei 18,6 reais del 2013 (-4,8%). L’Arpu, così come i ricavi da servizi, risente di una ulteriore riduzione, a decorrere dal febbraio 2014, della tariffa di terminazione mobile. Le linee complessive al 31 dicembre 2014 sono pari a 75.721 migliaia, in crescita del 3,1% rispetto al 31 dicembre 2013 e corrispondenti a una market share sulle linee di circa il 27%. L’Ebitda dell’esercizio 2014 è pari a 5.541 milioni di reais, superiore di 343 milioni di reais rispetto al 2013 (+6,6%). L’Ebit ammonta a 2.483 milioni di reais con un miglioramento di 23 milioni di reais rispetto al 2013.
TELECOM ITALIA S.p.A.. I ricavi sono pari a 14.153 milioni di euro, in diminuzione di 1.151 milioni di euro (-7,5%) rispetto all’esercizio 2013. L’Ebitda è pari a 6.739 milioni di euro e diminuisce di 798 milioni di euro (-10,6%) rispetto al 2013 (7.537 milioni di euro). L’incidenza sui ricavi passa dal 49,2% del 2013 al 47,6% del 2014. L’Ebit è pari a 3.580 milioni di euro, con un incremento di 1.702 milioni di euro rispetto all’esercizio 2013 (1.878 milioni). L’utile netto si attesta a 636 milioni di euro (perdita di 1.028 milioni di euro nel 2013). Escludendo le partite di natura non ricorrente, l’utile netto del 2014 sarebbe stato pari a 618 milioni di euro (positivo per 1.255 milioni di euro nel 2013).
Telecom Italia ha inoltre avviato l’offerta di un bond settennale unsecured equity-linked con scadenza al 2022, destinato a investitori istituzionali, per un importo nominale complessivo di 1,5 miliardi di euro incrementabili fino a 2 miliardi. Il collocamento, spiega una nota, parte oggi.
L’azienda italiana di tlc convocherà l’assemblea dei soci in sede straordinaria non oltre il 30 giugno per ottenere l’approvazione da parte dei soci a un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione ed emissione di azioni ordinarie, da riservare esclusivamente a servizio del bond. Il prezzo di conversione iniziale sarà fissato applicando un premio del 70% oltre il prezzo di riferimento, da calcolare come prezzo medio ponderato per i volumi delle azioni rilevato domani sull’Mta di Borsa Italiana. Il regolamento è previsto per il 26 marzo 2015.
I proventi derivanti dall’emissione dei bond verranno usati per far fronte al piano di investimenti recentemente annunciato. BnpParibas e JpMorgan agiranno in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner dell’offerta, mentre Barclays, Citi, Credit Suisse e Unicredit sono joint bookrunner.
Via libera, infine, dei consigli di amministrazione di Telecom Italia e Telecom Italia Media al progetto di fusione per incorporazione di Telecom Italia Media in Telecom Italia. I consigli di amministrazione delle due società hanno ciascuno autonomamente confermato il seguente rapporto di cambio, già approvato lo scorso 19 febbraio: 0,66 azioni ordinarie di Telecom Italia di nuova emissione, aventi data di godimento identica a quella delle azioni ordinarie in circolazione alla data di efficacia della fusione, per ogni azione ordinaria di Telecom Italia Media; 0,47 azioni di risparmio di Telecom Italia di nuova emissione, aventi data di godimento identica a quella delle azioni di risparmio di Telecom Italia in circolazione alla data di efficacia della Fusione, per ogni azione di risparmio di Telecom Italia Media.
Non sono previsti conguagli in denaro. Il progetto di fusione sarà sottoposto all’approvazione delle assemblee degli azionisti ordinari del 30 aprile 2015 (unica convocazione) per Telecom Italia Media e del 20 maggio 2015 (unica convocazione) per Telecom Italia.
Inoltre il cda di Telecom Italia proporrà all’assemblea alcune modifiche allo statuto tra cui una variazione del premio di maggioranza in sede di rinnovo del Cda a 2/3 degli amministratori da eleggere rispetto ai 4/5 dei seggi attribuiti oggi alla lista di maggioranza. Tra le altre proposte, dice una nota, c’è l’introduzione di un principio d’indipendenza di almeno la metà dei candidati e degli eletti di ciascuna lista e la modifica del meccanismo di convocazione del consiglio di amministrazione a richiesta degli amministratori, con attribuzione della relativa facoltà a due consiglieri (anziché a un quinto dei consiglieri). Gli interventi proposti sullo statuto riguardano anche un chiarimento circa la quota di legittimazione alla presentazione delle liste per il rinnovo di cda e collegio sindacale (0,5% del capitale ordinario o inferiore), così come già specificato dalla società (su sollecitazione della Consob) in vista dell’assemblea del 16 aprile 2014 (rinnovo del Cda) e come viene confermato quest’anno per il rinnovo del collegio sindacale.