Il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, è ormai orientato a trovare un accordo con Telecom Italia. Lo scrive Milano Finanza secondo cui il problema, adesso, è convincere anche gli altri azionisti del gruppo francese, ultimo ostacolo prima della creazione di una grande alleanza tlc-media. La sfida è mettere sul tavolo di Vivendi un’offerta che permetta a Bolloré, che è il primo azionista del gruppo con il 5%, di convincere anche gli altri azionisti della convenienza di un’operazione con la società italiana. Al momento l’unica offerta sul tavolo è quella di Telefonica che per uscire dall’impasse brasiliana (dove pende un vincolo antitrust che ha imposto o l’addio a Telecom o la cessione del 50% di Vivo, l’operatore mobile controllato dagli spagnoli) ha fatto a Vivendi un’offerta per la controllata brasiliana Gvt, offrendo ai francesi 6,3 miliardi, cash più l’8,3% di Telecom. La controllata di Telecom, Tim Brasil, si fonderebbe con Gvt e ai francesi andrebbe anche un consistente pacchetto di azioni di Telecom (la quota esatta è ancora da stabilire, ma dovrebbe aggirarsi intorno al 15-20%). L’offerta di Telecom è stata valutata complessivamente 7,2 miliardi, ma il nodo starà nella governance finale se è vero che fino a ieri restavano alcuni nodi da sciogliere.
Altro nodo riguarderebbe il numero di consiglieri eleggibili dai francesi e gli eventuali poteri di veto riservati alle azioni che Vivendi acquisirebbe in Telecom Italia. Prima tappa di questo percorso a ostacoli sarà domani, quando si riunirà il consiglio d’amministrazione di Telecom, che dovrebbe formalizzare l’offerta a Vivendi. Il giorno successivo al board di Telecom, ovvero giovedì 28 agosto, è convocato un consiglio d’amministrazione di Vivendi, che oltre a esaminare e approvare i conti semestrali potrebbe già valutare l’offerta italiana.
Intanto sarebbe previsto per oggi in giornata il nuovo summit tra Cesar Alierta, numero uno di Telefonica, e Vincent Bolloré, presidente di Vivendi, per la presentazione della nuova offerta da parte del gruppo spagnolo per Gvt.
Un’offerta che, secondo quanto si legge sul Sole 24 Ore, potrebbe anche essere già stata esaminata dal board di Telefonica nel corso di un Cda tenuto nel weekend. La proposta di Telefonica sulla carta appare allettante, ma ci sono da considerare i risvolti Antitrust. Secondo indiscrezioni di stampa, Alierta sarebbe disposto ad alzare la posta fino a 8 miliardi. Ma non solo. Cercherà di rendere appetibile l’offerta aprendo anche in termini di governance e di piani industriali. La partita, insomma, è ancora tutta da giocare e sara’ uno scontro all’ultimo sangue.
“Alierta è determinato a vincere la partita in Brasile, visto che altrimenti la controllata Vivo si troverebbe a che fare con un concorrente temibile, la società nata dalla fusione Tim Brasil-Gvt – spiega una fonte riportata da Radiocor – il potente manager spagnolo rischia addirittura la propria poltrona se perderà la partita, visto che a quel punto l’investimento in Telecom si dimostrerebbe una perdita secca, già posta sotto l’indice degli azionisti”.
Insomma sicuramente Telefonica farà di tutto per conquistare Gvt e lasciare a bocca asciutta la concorrente. L’asse Spagna-Francia però ha alcuni punti deboli: in primis occorrerà vedere quale sarà la posizione del Cade brasiliano dinnanzi alla fusione tra il primo operatore di telefonia mobile del Paese, Vivo, e Gvt. In secondo luogo Bolloré sembra più incline a portare avanti l’operazione con Telecom Italia, non soltanto per i rapporti di lunga data con l’Italia (è il secondo azionista di Mediobanca dopo Unicredit con il 7% delle azioni), ma anche perché preferirebbe investire in un solido progetto industriale, piuttosto che incassare altri 5-6 miliardi cash che si sommerebbero al tesoretto di circa 6 miliardi di liquidità già nelle casse di Vivendi.
Dovrà tuttavia essere molto convincente sia con il board, sia con l’assemblea di Vivendi, che ha di recente approvato la cessione di Sfr a Numericable (per 13,5 miliardi), dopo l’uscita da altre compagnie di tlc quali Activision Blizzard (per 2,9 miliardi) e Maroc Telecom (per 4,8 miliardi). Insomma dovrà motivare il cambio di strategia, che con il precedente presidente Jean-René Fortou si fondava invece sull’uscita dalla telefonia. E intanto negli ambienti finanziari c’e’ chi inizia ad accarezzare l’ipotesi che dopo una eventuale operazione Vivendi-Telecom, possa entrare in gioco anche Mediaset.