“Vivendi non esercita alcun controllo di fatto su Telecom Italia e il suo interesse in Telecom non è sufficiente all’esercizio di un’influenza dominante nell’assemblea degli azionisti. Tutti i dati empirici rivelano senza equivoci che Vivendi non è in posizione di controllo nelle assemblee di Telecom”. È quanto afferma la media company francese in relazione alla propria partecipazione nel gruppo italiano di telecomunicazioni, ribadendo l’intenzione di “favorire una politica a lungo termine di sviluppo delle convergenze tra telecomunicazioni e contenuti”.
“Per quanto riguarda l’esistenza di una posizione di controllo in base ai principi contabili internazionali per il bilancio consolidato, Vivendi – proseguono i francesi – conferma che non ha il potere di governare le politiche finanziarie e operative di Telecom Italia, in conformità all’IFRS 10”.
Queste precisazioni sono contenute nella relazione finanziaria relativa al primo semestre dell’anno, diffusa oggi a mercati chiusi dalla società guidata dal ceo Arnaud de Puyfontaine, che ha fatto registrare un fatturato di 5,437 miliardi (+7,8% anno su anno), “grazie a Universal Music Group (+14,0%) mentre la situazione del Gruppo Canal+ sta migliorando leggermente”.
Da quanto si legge fra i conti approvati dal Consiglio di sorveglianza riunito sotto la presidenza di Vincent Bolloré, l’Ebitda è stato pari a 352 milioni, in calo del 9,2%, mentre l’Ebit è sceso del 31,5% a 362 milioni. Il gruppo Vivendi ha segnato nel primo semestre del 2017 un utile netto di competenza di 176 milioni, in calo dell’80,7% rispetto ai 911 milioni dello stesso periodo del 2016. Come spiega la nota, la flessione è essenzialmente legata agli elementi favorevoli che avevano caratterizzato la prima metà dello scorso anno, tra cui la plusvalenza per la cessione della quota residua in Activision Blizzard.
A livello adjusted, esclusi cioè gli elementi non ricorrenti, il risultato netto è in progresso del 12% a 320 milioni di euro. Il gruppo francese comunque conferma le sue prospettive per il 2017 che puntano ad un aumento del fatturato di oltre il 5% (senza contabilizzare Havas) e su un ebitda in progressione del 25%. La quota parte dell’utile netto in provenienza di Telecom Italia, specifica la società, rappresenta un profitto di 44 milioni nel primo semestre 2017 (erano 23 milioni nel primo semestre 2016).