Deloitte ha concluso il suo lavoro e ha consegnato a Telecom Italia
il rapporto sulla gestione dell’azienda ai tempi delle deviazioni
della security di Giuliano Tavaroli e del caso Sparkle, già
costato 500 milioni al gruppo . Sulla base di tale rapporto, il cda
di TI deciderà, forse già domani, se proporre o meno
all’assemblea dei soci l’azione di responsabilità contro Marco
Tronchetti Provera, Carlo Buora e gli altri top manager che hanno
guidato l’azienda a quei tempi. Il cda dovrà valutare se chi
guidava il gruppo era al corrente delle deviazioni e abbia fatto
poco e punto per impedirle o se comunque abbia tenuto un
comportamento lesivo dell’interesse di Telecom Italia.
In un articolo apparso oggi sul Corriere della Sera, l’economista
Salvatore Bragantini chiede che del caso si occupino soltanto i
consiglieri indipendenti dalle passate gestioni e dalla ragnatela
di partecipazioni azionarie (Mediobanca, Pirelli, Generali)
direttamente o indirettamente connesse alla passata gestione.
”Sarebbe un bel segnale – osserva Bragantini – se fossero
soltanto i consiglieri indipendenti, privi di legami attuali o
passati con la vecchia gestione, a decidere se proporre
all’assemblea di Telecom Italia l’azione di responsabilità”.
Un tale comportamento, tra l’altro, sarebbe coerente con le nuove
norme Consob sulle “parti correlate” nelle società quotate.
“Bisogna essere indipendenti oltre che equilibrati – conclude
Bragantini – E anche avere un modicum di coraggio”.