Telecom, Zingales non si ricandida

Il consigliere rifiuta l’offerta di Assogestioni: “Troppi anni in consiglio, se rieletto perderei la qualifica di indipendente”

Pubblicato il 14 Mar 2014

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E’ destinato a chiudersi, dopo circa sette anni, il legame tra Luigi Zingales e Telecom Italia. Il consigliere indipendente, infatti, ha deciso di non accettare la ricandidatura offerta da Assogestioni per entrare ancora una volta nel cda della compagnia che dovra’ essere rinnovato nell’assemblea del 16 aprile. Entro il 22 marzo, invece, scadono i termini per la presentazione delle liste.

In un post sul suo profilo Facebook, intitolato “Perché non ho accettato di ricandidarmi in Telecom Italia“, Zingales spiega che “per sette anni ho avuto l’onore di rappresentare gli azionisti di minoranza nel consiglio di Telecom. Se rieletto in aprile, perderei a due terzi del mandato triennale la mia qualifica di indipendente, cui tengo più di ogni altra cosa”.

Zingales spiega che “le best practice italiane e internazionali, infatti, richiedono che il consigliere indipendente non abbia ricoperto l’incarico per piu’ di 9 anni negli ultimi 12. Per questa ragione e per rendere possibile un salutare turnover (certo dell’elevato livello delle candidature indipendenti che gli investitori istituzionali come sempre andranno a proporre), ho deciso di non ripresentarmi”. Quindi i ringraziamenti, a partire dal “Comitato dei gestori che ha proposto il mio nome sin dal 2007 e tutti gli investitori istituzionali italiani ed esteri che mi hanno votato, per la fiducia accordatami e il sostegno datomi”.

Intanto in vista dell’Assemblea del 16 aprile si cominciano a delineare le varie posizioni. Telefonica punta sull’Ad Marco Patuano per riconfermarne l’incarico, ma dovrà vedersela con gli altri azionisti a partire dall’agguerrita Findim che sta lavorando serratamente ad una propria lista di candidati (che sarà presentata con tutta probabilità prima del 22 marzo, deadline per depositare le liste per la nomina del nuovo cda). La finanziaria capitanata da Marco Fossati non ha ancora le idee chiare sul futuro amministratore delegato, ma di certo non punta su Patuano: Fossati non ha mai fatto mistero sulla necessità di un cambio della guardia facendo leva, oltre che sulla “indipendenza” delle nomine anche sui risultati aziendali, ritenuti non abbastanza soddisfacenti, e sulla necessità di un piano industriale votato alla crescita di Telecom. Per la presidenza Fossati punta tutto su Vito Gamberale, già indicato fra i papabili prima dell’Assemblea di dicembre .

In questo contesto si rafforza la candidatura di Massimo Tononi alla presidenza di Telecom Italia. Telco sta cercando un presidente indipendente e di garanzia per Telecom che possa essere gradito anche alle minoranze e il nome del presidente di Borsa Italiana ed ex sottosegretario all’Economia sotto il secondo governo Prodi, sembra quello più adatto. La disponibilità di Tononi sarebbe subordinata al gradimento di Marco Fossati, socio con il 5% del capitale.

Il nome di Tononi farebbe parte di una piccola rosa su cui Telco starebbe ultimando le sue riflessioni. Le liste per l’assemblea del 16 aprile, chiamata a rinnovare il Cda, dovranno essere presentate entro venerdì 22 marzo ma i giochi dovrebbero definirsi già all’inizio della prossima settimana quando i comitati nomine degli azionisti della holding e, a cascata, il cda di Telco dovranno riunirsi per approvare la lista. Telco punta a proporre un candidato con requisiti di professionalità e indipendenza che gli consentano di ottenere un consenso ampio in assemblea. Dietro le quinte le diplomazie di Telco sono al lavoro per verificare la non ostilità di Findim alla sua proposta.

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