“Oggi la rete di teleconsulto ha preso avvio per la diagnosi di cardiopatie in età neonatale e pediatrica, ma in futuro sarà possibile utilizzarla anche per l’ecocardiografia fetale o ancora per il follow up di pazienti già sottoposti ad intervento di cardiochirurgia pediatrica”. Parla così a CorCom l’assessore al diritto alla salute della regione Toscana Luigi Marroni in riferimento al progetto “Arriviamo al cuore di tutti”, rete di telemedicina nella diagnosi e cura delle malformazioni cardiache varato in collaborazione tra la stessa regione, fondazione Toscana Gabriele Monasterio e Lions club.
“Dall’ospedale di Portoferraio, all’isola del’Elba, dove a marzo è stata inaugurata la prima postazione per il teleconsulto nell’ambito della cardiologia pediatrica, il progetto si estenderà progressivamente ad altri centri della regione”, riprende Marroni. Da Lucca a Siena, da Valdarno ad Arezzo, l’iniziativa prevede il coinvolgimento di una serie di postazioni – dieci in tutto, con il finanziamento di Lions club – per mettere in campo una “rete toscana” che permetta la diagnosi precoce di patologie per le quali talvolta la tempistica è un fattore altamente critico, puntando ad una serie di risultati: garantire equità di accesso all’assistenza sanitaria e consulenza specialistica estesa ad aree remote o disagiate, consentire un migliore scambio informativo ed una crescita diffusa delle competenze cliniche in ambito pediatrico, evitare il trasferimento dei pazienti cosiddetti “falsi positivi” con una riduzione di inutili disagi per le famiglie interessate.
Senza dimenticare le ricadute positive in termini di riduzione dei costi del sistema sanitario per l’effettuazione di prestazioni ambulatoriali. “Il sistema sanitario pubblico e di qualità che vogliamo mantenere ha bisogno di innovarsi continuamente e di cogliere le opportunità date dalle nuove tecnologie”, spiega Marroni. Occorre ricordare che da alcuni anni la fondazione Monasterio ha sperimentato un sistema di teleconsulto inerente la cardiologia pediatrica con vari paesi dell’area balcanica, dalla Romania all’ex Jugoslavia; adottato in collaborazione con il Cnr questo sistema – utilizzato anche nell’ambito di progetti finanziati dall’Ue – funziona regolarmente e consente il supporto ai clinici locali da parte degli specialisti della fondazione per la diagnosi precoce delle cardiopatie in età neonatale e pediatrica ma, come già anticipato da Marroni, anche in età fetale, nonché per il relativo follow up.