Il Venezuela mette nei guai Telefonica. A seguito della svalutazione della moneta locale, decisa dal governo chavista, che ha abbattuto il tasso di cambio del bolivar del 46,5% nei confronti del dollaro da 6,3 a 4,3 – scrive il Sole 24 Ore – l’operatore spagnolo ha comunicato alla Sec americana e alla Consob spagnola una perdita pre-tasse straordinaria di 438 milioni a valere sul 2012.
La perdita dipende soprattutto dal valore dei dividendi in Venezuela in attesa di “rimpatrio”, ora andati in fumo dopo la svalutazione. Come l’Argentina ora anche il Venezuela blocca il trasferimento dei dividendi all’estero. Secondo le stime degli analisti il valore di queste cedole “non staccate” ammontava a 1 miliardo di euro.
Nel documenro consegnato alle autorità di Borsa, Telefonica – spiega ancora il quotidiano – puntualizza che, poiché la svalutazione del bolivar è successiva alla chiusura dell’esercizio, non rettificherà le scritture contabili che facevano riferimento al vecchio cambio a 4,3. Il bilancio 2012 dovrà comunque recepire la perdita lorda di 438 milioni, senza impatto sul debito. Per il 2013 il gruppo guidato da Cesar Alierta utilizzerà il nuovo rapporto di cambio, con la prevista decurtazione di 1 miliardo sul patrimonio, stima basata sugli attivi netti al 31 dicembre 2012.
Si tratta di un brutto colpo per Telefonica che in Venezuela è leader del mercato delle Tlc e dove genera il 6,5% del risultato operativo consolidato.