“Le dimensioni di Portugal Telecom rappresentano un asset per il
Paese. Non vogliamo un’azienda piccola, vogliamo un grande
gruppo”. Con queste parole il primo ministro portoghese José
Socrates ha difeso il netto rifiuto di Portugal Telecom nei
confronti dell’offerta d’acquisto, da parte di Telefonica,
della sua quota di Vivo, l’operatore mobile numero uno in
Brasile. Zeinal Bava, Ceo della compagnia portoghese, ha aggiunto
che lasciare il Brasile significherebbe “tagliare le gambe al
futuro di Pt”.
Tuttavia la proposta di Telefonica è generosa e il colosso iberico
farà di tutto per convincere i portoghesi a cedere. Il gruppo
guidato da Cesar Alierta ha messo sul piatto 5,7 miliardi di euro
in contanti per il 50% di Vivo che ancora non possiede (equivalenti
a oltre l’80% del totale valore di mercato della stessa Pt) e ora
cercherà di vincere le resistenze di azionisti e investitori
lanciandosi in un roadshow che toccherà non solo il Portogallo
(dove lo Stato e il Banco Espiritu Santu sono investitori di peso),
ma anche alcune città americane.
Il pressing degli spagnoli verso Portugal Telecom, condotto con
l’ausilio della banca di investimenti svizzera Ubs e dei
consulenti di Credit Suisse, ha come target infatti anche
importanti azionisti americani, come Brandes Funds e Blackrock Inc.
La prima, con sede a San Diego, California, possiede poco più del
9% dell'equity di Portugal Telecom, ma potrebbe giocare un
ruolo chiave nel pilotare la decisione verso il sì. Blackrock ha
una quota del 2,3%. Dal punto di vista di Telefonica, questo è il
momento per gli azionisti di Pt per trarre il massimo valore dalla
loro partecipazione nella telecom portoghese.
Anche Telefonica ha un 10% in Portugal Telcom, ma la sua strategia,
dicono fonti vicine all’azienda, è di aspettare che sia un altro
azionista a muoversi chiedendo una riunione straordinaria. Quel che
è certo è che i rapporti già tesi tra le due telecom iberiche
appaiono definitivamente incrinati. Entrambe vogliono con forza una
presenza in Brasile e Vivo rappresenta un asset strategico. Nel
primo trimestre 2010, metà del revenue di Portugal Telecom è
stato generato dall’operatore brasiliano.
Dal canto suo Telefonica ha in mente di fondere Vivo col suo
operatore brasiliano di linea fissa Telecomunicacoes de Sao Paulo,
o Telesp, per crescere e ottenere nuove sinergie. La posta in gioco
è alta per entrambe le compagnie: le entrate sono in declino sui
mercati domestici, mentre in Brasile l’economia cresce a un ritmo
annuale del 6%, la popolazione conta 190 milioni di persone, tra
cui moltissimi giovani, e la penetrazione della telefonia mobile è
ancora relativamente bassa.
In attesa del verdetto finale, la battaglia si combatte anche a
colpi di roadshow: la stessa Portugal Telecom ne ha avviato uno la
scorsa settimana in California e lungo la costa orientale degli
Stati Uniti per rassicurare gli investitori sulla sua strategia
brasiliana. Per difendersi dall’assalto degli spagnoli, Portugal
Telecom ha assunto la Bank of America-Merrill Lynch.
Secondo Ing, l’offerta di Telefonica per Vivo potrebbe salire
fino a 7,5 miliardi di euro e, se dovesse essere accettata,
probabilmente il gruppo di Alierta venderà il suo 10% in Portugal
Telecom. Vivo è leader di mercato nella telefonia mobile in
Brasile, anche se le rivali sono vicine: Claro (filiale di America
Movil) e Tim Participacoes di Telecom Italia, che aggressivamente
cercano di conquistare nuove quote unendo l’offerta fissa con
quella mobile, connessione a Internet e servizi tv.