Telefonica “non ha accordi con Blackrock in relazione a Telecom Italia”. Così una nota della compagnia spagnola, azionista Telecom attraverso Telco, dove si specifica che “ad oggi sulla base dell’informazione pubblica disponibile sulla partecipazione di Blackrock in Telecom Italia, Telefonica non ha piani di esercitare i suoi diritti in virtù della clausola” contenuta nei patti Telco in base a cui le sono consentiti acquisti diretti di titoli Telecom qualora persone o società annuncino l’intenzione di acquisire o acquisiscano azioni Telecom per il 10% o una percentuale superiore del capitale con diritto di voto di Telecom. Telefonica precisa che “non ha comprato nessuna azione con diritto di voto di Telecom avvalendosi di tale eccezione”.
I patti parasociali vietano a Telefonica di acquistare azioni Telecom Italia, ma il divieto cade se un azionista sale o annuncia l’intenzione di salire oltre il 10% del capitale.
Tra l’altro Telefonica afferma che ”sulla base delle informazioni pubblicamente disponibili sulla quota di Blackrock in Telecom Italia” non è ”nella posizione di affermare se Blackrock ha superato la soglia del 10% delle azioni votanti di Telecom e fatto scattare” la previsione dell’articolo 7.
Il gruppo spagnolo ricorda tra l’altro che l’accordo con i soci Telco ”è governato dalla legge italiana” e non prevede alcun riferimento ”ai limiti indicati dalla Sec per rendere pubbliche le partecipazioni”. ”Perciò il superamento di una soglia della Sec non è in sé rilevante” per far scattare la libertà di acquistare azioni.
Dal canto loro i soci italiani di Telco sottolineano che non c’è stata “nessuna comunicazione” tra i soci italiani di Telco e Telefonica sul fatto che Blackrock “abbia o meno effettuato e/o annunciato un acquisto oltre il 10% (di Telecom, ndr) ai sensi del patto parasociale”.
“Per l’acquisto oltre il 10% ai sensi del patto – si legge ancora nella nota dei soci italiani di Telco – deve intendersi ogni acquisto o annunzio ovvero impegno ad acquistare, direttamente o attraverso parti correlate, anche tramite derivati, warrants, diritti di opzione, operazioni di prestito titoli o altre operazioni similari, una percentuale superiore al 10% del capitale sociale di Telecom con diritto di voto”.
”Ad avviso dei Soci Italiani, anche il possesso di quote del Convertendo concorre al calcolo per determinare se sia stato effettuato o meno un ”Acquisto oltre il 10%” ai sensi del Patto, sulla base del capitale sociale con diritto di voto post-conversione. Si ricorda che ad oggi l’aumento di capitale al servizio del Convertendo non è stato ancora deliberato dall’assemblea straordinaria di Telecom” .
E anche Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca affermano infine di non essere “in condizione di confermare” se il metodo di calcolo previsto ai fini del patto per determinare che un acquisto superi il 10% “risulti coerente con il metodo da adottarsi ai fini della dichiarazione di possesso azionario presso la Sec”. In ogni caso, si precisa che la disciplina prevista dalla Consob americana “non rileva ai fini dell’interpretazione del patto”.
Telco, che controlla il 22,4% di Telecom Italia, è partecipata, in termini di diritti di voto, da Telefonica con il 46,18%, da Intesa Sanpaolo e Mediobanca con l’11,62% ciascuna e da Generali con il 30,58%.