Telefonica ha chiuso il 2012 con un utile netto di 3,93 miliardi di euro, in calo del 27,3% rispetto al 2011. Un risultato che è arrivato dopo ammortamenti per 2,54 miliardi legati alla svalutazione delle partecipazioni che il gruppo spagnolo detiene in Telecom Italia tramite Telco (per 949 milioni) e in Telefonica Ireland (per 513 milioni), così come alla svalutazione del moneta venezuelana (il bolivar, per 417 milioni). Valori decisamente superiori alle attese, considerato che gli esperti avevano stimato l’incidenza sui profitti netti del gruppo delle svalutazioni di Telecom Italia e delle attività detenute in Venezuela in 800 milioni.
L’indebitamento netto al 31 dicembre 2012 si è attestato a 51,26 miliardi di euro, in diminuzione di 4,75 milioardi nel quarto trimestre dell’anno.
Escludendo gli effetti di queste gli utili sarebbero stati di 6,46 miliardi. I ricavi sono stati 62,36 miliardi, in calo dello 0,8% annuo (+0,7% escludendo l’impatto della regolamentazione). Il gruppo, grazie a una serie di dismissioni effettuate nel corso dell’anno, punta a ridurre il proprio indebitamento netto sotto la soglia dei 47 miliardi di euro dopo avere mancato il target del ratio debito netto-profitti operativi di 2,35 nel corso del 2012 (con l’indebitamento netto che alla fine è risultato a 51,26 miliardi). Telefonica ha annunciato che pagherà nel 2013 un dividendo di 0,75 euro per azione, dopo che nell’esercizio passato non aveva riconosciuto alcuna cedola per la prima volta dal 1930. Per quest’anno il gruppo prevede un aumento dei ricavi e inferiori proventi operativi (a livello organico) prima degli ammortamenti.