Il Registro delle Opposizioni creato a tutela dei consumatori per evitare chiamate indesiderate a scopo di marketing non riesce a sortire il risultato. E così si apre il dibattito sulle azioni da mettere in campo per mettere fine a un fenomeno, quello del telemarketing selvaggio, che fa sempre più proseliti con tecniche che diventano sofisticate e che stanno sfuggendo di mano al regolatore.
Mettere fine a comportamenti illeciti
A tal proposito il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha incontrato a palazzo Piacentini il presidente dell’Authority per le Comunicazioni Giacomo Lasorella. Ed è in calendario per domani, 19 luglio, l’incontro con il presidente della Autorità Garante per la Privacy Pasquale Stanzione. Urso ha ribadito a la necessità di intensificare gli interventi per contrastare gli abusi e la mancata applicazione da parte di numerosi operatori del cosiddetto Registro delle Opposizioni. “Con il presidente Lasorella abbiamo convenuto sulla necessità di intervenire rapidamente per mettere fine a comportamenti illeciti, esplorando insieme nuove soluzioni per eliminare questo tipo di violazioni, applicando le norme che gà esistono e le sanzioni previste per colpire chi viola le regole e mette in atto comportamenti inaccettabili a danno dei consumatori, ma anche delineando ulteriori e più efficaci interventi”.
Diffamazione online, interviene il garante privacy
DI diffamazione online ha parlato oggi il presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, in audizione alla Commissione Giustizia del Senato. Durante il suo intervento il garante ha chiesto di estendere le tutele di legge “a un novero più ampio di lesioni della dignità del soggetto mediante contenuti diffusi on line in maniera manifestamente illecita”.
“Come dimostrano i casi dell’oblio e del cyberbullismo, il meccanismo di ‘notice and take down’, fondato sulla richiesta al gestore di rimozione o deindicizzazione dei dati illecitamente trattati e la successiva istanza al Garante in caso di inerzia o rigetto, è un utile strumento di tutela dei diritti della personalità on line – sostiene Stanzione – Esso coniuga, in particolare, l’esigenza della pronta rimozione dei contenuti, soprattutto in caso di adesione spontanea del provider, con la riserva all’autorità pubblica della decisione in ultima istanza, nel contraddittorio delle parti, sul bilanciamento tra gli interessi giuridici coinvolti”.
Alla luce di tutto ciò, secondo il Garante Privacy, “si potrebbe riflettere sull’estensione di tale disciplina a casi quali l’hate speech o la diffusione di notizie manifestamente inesatte e lesive dell’identità individuale: in tal modo si consentirebbe al Garante di fornire una tutela effettiva alle vittime di questi illeciti, anche agendo direttamente sulle piattaforme, a rigore non qualificabili come titolari del trattamento realizzato dagli utenti sui loro profili, valorizzando la tendenza alla loro responsabilizzazione promossa dal Digital Services Act”. “Vi si potrebbe riflettere – conclude – anche in sede di adeguamento al Digital Services Act, anche coordinando le competenze del Garante e di Agcom sulla rimozione di contenuti illeciti secondo quella prospettiva di leale collaborazione che già la prassi ha promosso, con risultati di rilievo”.