E-HEALTH

Telemedicina, con Skype più facile la riabilitazione respiratoria

Il servizio messo a disposizione dalla Usl Umbria 1. Il responsabile del progetto Marco Dottorini: “Occorre superare la bassa alfabetizzazione informatica”

Pubblicato il 20 Feb 2015

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“L’interazione fisica con il paziente non va mai negata ma, una volta creatosi il rapporto, può svilupparsi in remoto e determinare ottimi risultati”. Parla così al Cor.Com Marco Dottorini, responsabile del servizio di riabilitazione respiratoria della Usl Umbria 1, convinto dell’importanza della telemedicina nell’ambito del miglioramento delle attività della riabilitazione respiratoria; in particolare, nella seconda fase dell’iter riabilitativo che prevede il mantenimento dei benefici ottenuti attraverso un esercizio costante che i pazienti devono svolgere al proprio domicilio (“evitando di stazionare sul divano una volta ritornati a casa”, la precisazione).

Il programma, un progetto pilota avviato proprio dal servizio di riabilitazione respiratoria e prevenzione tisiopneumologica della Usl Umbria 1 con sede nel centro servizi Grocco di Perugia – ad oggi sono sedici i pazienti che hanno aderito – si avvale di un sistema di controllo in remoto tramite videochiamata Skype per verificare l’aderenza al piano terapeutico domiciliare concordato con il paziente. Lo stesso paziente al quale, constatata la possibilità del contatto internet – “e proprio qui risiedono spesso la difficoltà, considerando la bassa alfabetizzazione informatica”, spiega Dottorini –, viene consegnato un supporto audiovisivo con l’illustrazione degli esercizi da eseguire e un programma di attività motoria aerobica a scelta settimanale (cammino a passo libero oppure cyclette). Il paziente viene poi contattato in videochiamata Skype una volta alla settimana per appurare l’esatta esecuzione degli esercizi assegnati, modificarli in base ai progressi ottenuti e raccogliere informazioni relative all’esecuzione dell’attività motoria aerobica stabilita.

Il tutto a costo zero. “Particolarmente interessato alla telemedicina nella gestione del paziente”, come lui stesso ammette, Dottorini entra nel dettaglio: “Il percorso prevede che i pazienti in cura, al termine del ciclo di riabilitazione respiratoria ambulatoriale, mantengano un’attività domiciliare tramite un programma di esercizi videoregistrati su cd ed un contatto settimanale programmato tramite Skype”. Con quale obiettivo? La risposta è pronta. “Migliorare l’aderenza ad uno stile di vita ottimale che mantenga nel tempo i benefici della terapia riabilitativa, senza che il paziente si debba recare personalmente al servizio per i controlli periodici – per noi è fondamentale controllarlo e stimolarlo dopo la riabilitazione –, garantendogli costante assistenza e senza costi né per l’azienda né per lui”. Occorre ricordare che il servizio di riabilitazione polmonare si rivolge a persone affette da malattie respiratorie croniche (e non) o da altre patologie che compromettono la respirazione; pazienti sintomatici, spesso limitati nelle attività quotidiane, che si vuole ricondurre al più alto livello possibile di indipendenza funzionale. Ma l’intento è anche quello di impedire o rallentare l’ulteriore deterioramento clinico compatibile con lo stato della malattia.

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