CALL CENTER

Teleperformance, intesa sulla cassa integrazione per 953 addetti

La misura riguarderà a rotazione i 1.589 addetti alle attività operative. Taranto la sede più coinvolta. L’utilizzo dell’ammortizzatore sociale si attesterà ogni mese su una percentuale massima individuale del 28%

Pubblicato il 16 Apr 2019

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Cassa integrazione per gli addetti di Teleperformance, scongiurati i 300 esuberi chiesti dall’azienda. Dal 2 maggio scatta la cassa integrazione per un anno per quasi mille addetti del call center Telepeformance, attiva nelle sedi di Taranto (dove ci sarà la maggiore ricaduta) e Roma-Fiumicino. Azienda, Unindustria e sindacati di categoria Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno raggiunto l’accordo al ministero del Lavoro. L’applicazione dell’ammortizzatore sociale riguarderà un numero massimo di 953 lavoratori dipendenti, che ruoteranno su 1.589 addetti alle attività operative (1.448 addetti ai call center telefonici e 141 supervisori). Nella struttura di Taranto saranno coinvolti 699 operatori che ruoteranno su 1.165 unità, i supervisori interessati saranno 59 che ruoteranno su 98; per la struttura di Roma-Fiumicino, interessati 170 operatori che ruoteranno su 283 operatori e 26 supervisori che ruoteranno su 43.

L’utilizzo dell’ammortizzatore sociale si attesterà ogni mese su una percentuale massima individuale del 28 per cento. La cassa integrazione si atterrà al principio di distribuzione delle sospensioni su tutti i lavoratori interessati “con un equo bilanciamento”. Saranno coinvolti prioritariamente nelle sospensioni dal lavoro gli addetti, sia operatori sia supervisori, alle commesse che hanno evidenziato “una contrazione dei volumi di attività”. Le parti, inoltre, si impegnano a partecipare a bandi di formazione “al fine di ricollocare più personale possibile e incrementare le conoscenze e gli skills indispensabili, unitamente all’abilitazione di nuove matricole autorizzate dal cliente, per essere adibiti alle altre commesse gestite dalla società, non impattate dall’ammortizzatore o previsionalmente impattate in minor misura”. Per quanto riguarda lo strumento della somministrazione o dello staff leasing, Teleperformance se ne continuerà ad avvalere ma con un limite di utilizzo già definito dal contratto, e in ogni caso “non si darà luogo a nuove assunzioni o trasformazioni in staff leasing. I rapporti di somministrazione a tempo determinato già in essere saranno utilizzati sino alla loro scadenza naturale”. L’onere a carico di Teleperformance per la cassa integrazione è di 4,150 milioni di euro.

Commentando l’accordo al ministero del Lavoro, i vertici pugliesi e tarantini della Cgil e del Sindacato lavoratori delle comunicazioni (Slc) della stessa Cgil manifestano “soddisfazione per l’esito della vertenza di Teleperformance: una vertenza dura nel merito, ma nel complesso drammatica per il contesto difficile, quello del tessuto socio-economico jonico, nel quale si è sviluppata. Una vertenza complicata perché ha rappresentato plasticamente la ‘guerra tra lavoratori’, subordinati e interinali, che noi spesso abbiamo denunciato e su cui abbiamo provato a dare una risposta che desse un segnale a tutti”. Cgil e Slc dicono che “la posizione che abbiamo sostenuto è stata quella di dividere tra tutti il disagio in modo da permettere a ciascuno di perdere poco, diversamente da ciò che era nei programmi aziendali per cui in pochi perdevano tanto”. Per Cgil e Slc è “politicamente fondamentale, inoltre, il punto in cui le parti hanno sottoscritto l’impegno ad aprire un tavolo per discutere l’assorbimento dei lavoratori interinali direttamente in azienda: un risultato che va nell’ottica della stabilizzazione reale dei lavoratori e non per decreto. Il compromesso è un onorevole punto di mediazione che permette al territorio di boccheggiare e all’azienda di provare a ricollocarsi sul mercato”.

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