IL CASO

Telia Sonera, cacciati il Cfo e tre top manager

Via Per-Arne Blomquist e tre executive a seguito di un’indagine per “transazioni non corrette” durante le operazioni del gruppo in Uzbekistan

Pubblicato il 29 Nov 2013

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TeliaSonera ha licenziato il suo Chief Financial Officer (Cfo) Per-Arne Blomquist e altri tre top manager dopo che un’inchiesta delle sue attività in Eurasia ha fatto emergere “transazioni commerciali condotte in modo non corretto”.

Blomquist lascerà l’incarico immediatamente e sarà sostituito da Christian Luiga, attualmente alla guida dell’ufficio del ceo. TeliaSonera non ha reso noti i nomi degli altri executives licenziati. “La conclusione del consiglio di amministrazione è che alcuni alti dirigenti non hanno più la fiducia del board” ha dichiarato Marie Ehrling, presidente di TeliaSonera.

L’indagine era iniziata in aprile dopo rivelazioni della stampa svedese su possibili casi di corruzione nell’ambito delle operazioni dell’azienda in Uzbekistan. Il principale gruppo di telefonia e operatore mobile in Svezia ha assunto lo studio legale Norton Rose Fulbright per condurre un’inchiesta su transazioni e accordi stretti negli ultimi anni da TeliaSonera e i suoi partner in Eurasia. L’indagine è ancora in corso, ma dalle informazioni ricevute finora è emerso chiaramente che “i processi per portare a termine alcune transazioni non erano in linea con pratiche imprenditoriali corrette”. Lo ha ammesso la stessa azienda, decidendo poi di conseguenza di estromettere i quattro dirigenti.

TeliaSonera ha fatto sapere che consegnerà il materiale ricevuto da Norton Rose Fulbright all’ufficio del Pubblico ministero svedese, che sta portando avanti un’indagine parallela sulla vicenda.

A febbraio scorso il ceo del gruppo scandinavo, Lars Nyberg, aveva rassegnato le dimissioni dopo che un’indagine di Mannheimer Swartling, altro studio legale svedese advisor del consiglio di amministrazione di TeliaSonera, aveva scoperto che l’azienda non si era informata in modo adeguato e approfonsdito sul suo partner uzbeko e sui suoi effettivi proprietari. Il partner sarebbe stato collegato alla famiglia di Islam Karimov, il politico che guida il Paese asiatico con piglio dittatoriale.

Ancor prima, a dicembre, si era dimesso Anders Narvinger, allora presidente del gruppo scandinavo, su pressione del governo svedese che è il maggior azionista di Telia con il 37,3% delle quote.

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