Mantenere "inalterato il piano dei prezzi già previsto fino a
luglio 2012" per le chiamate da mobile non riducendo le
tariffe già dal prossimo gennaio. È questa, in sintesi, la
richiesta che un gruppo di parlamentari del Pd avanza in una una
lettera al presidente dell'Agcom, Corrado Calabrò. Dopo la
lettera inviata la settimana scorsa da sei parlamentari del
Pdl, anche quelli del Pd si muovo e chiedono all'Agcom di
bloccare la riduzione dei prezzi di terminazione mobile.
L'Autorita per le Garanzie nelle Comunicazioni si accinge ad
adottare un provvedimento che disciplinerà ulteriormente il
mercato dei prezzi di teminazione mobile, imponendo agli operatori
di adattarsi con largo anticipo al nuovo percorso di riduzione
delle tariffe, già a partire da gennaio 2012, come ricordano in
una nota i parlamentari del Pd.
I firmatari dell'appello – Francesco Boccia, Paola De Micheli ,
Stefano Graziano, Andrea Lulli , Fabrizio Morri, Francesco Sanna ,
Marco Stradiotto, Guglielmo Vaccaro e Luigi Vimercati – invitano
dunque l'Autorità a mantenere inalterato il piano dei prezzi
già previsto fino a luglio 2012, "confermando il 2012-2015
quale arco temporale di riferimento e prevedendo riduzioni annue
più graduali rispetto a quelle proposte".
L'intento della lettera inviata all'Agcom, si legge nella
nota dei parlamentari Pd, è quello di "evitare gli effetti
negativi che un'anticipazione repentina del percorso di
riduzione dei prezzi di terminazione produrrebbe sia
nell'industria del mobile, che per i consumatori finali".
"I prezzi di terminazione rappresentano, infatti, una delle
voci di ricavo indispensabili alla remunerazione dei costi di
servizio per l'industria mobile, da poco chiamata a contribuire
alla crescita del Paese attraverso quasi 4 miliardi di euro
investiti nell'asta per l'assegnazione delle
frequenze", affermano Francesco Boccia , Paola De Micheli ,
Stefano Graziano, Andrea Lulli , Fabrizio Morri, Francesco Sanna,
Marco Stradiotto, Guglielmo Vaccaro e Luigi Vimercati.
"Alla luce del difficile contesto macroeconomico e del
generale peggioramento del mercato della telefonia mobile in
Italia, il taglio dei prezzi di terminazione prospettato dal
provvedimento rischia pertanto di danneggiare il settore e di
compromettere la capacità di investimento degli operatori",
concludono gli esponenti del Pd.