Vodafone non ci sta, e con un articolo su Milano Finanza replica
alle conclusioni dello studio condotto da Consumatori
Associati, pubblicato ieri in anteprima dal Corriere delle
Comunicazioni, secondo cui il 50% del taglio delle terminazioni
mobili si tradurrebbe in risparmi diretti per il consumatore finale
che raggiungerebbero fino a 1 miliardo.
“Diversamente da quanto riportato nello studio – scrive Silvia
de Blasio, direttore comunicazione di Vodafone – la dinamica dei
prezzi degli ultimi 5 anni – sulla base di studi internazionali
facilmente consultabili – dimostra che non c’è correlazione
diretta fra l’abbattimento delle tariffe di terminazione e la
riduzione delle tariffe fisso-mobile per clienti finali”.
Dal 2005 al 2010, continua Vodafone, “nonostante la riduzione del
47% delle tariffe di terminazione, i prezzi fisso-mobile al
pubblico sono scesi appena dell’8%. E nel 2011 l’abbattimento
del 20% delle tariffe di terminazione non si è tradotto in alcuna
riduzione per i clienti finali”.
Neanche i clienti mobili trarrebbero benefici maggiori rispetto a
quelli esistenti, che vedono, secondo Vodafone, il mercato mobile
italiano in posizione di leadership con i prezzi mobili più bassi
d’Europa; la riduzione più alta in Europa della spesa pro-capite
dei consumatori in telefonia mobile (24%); un livello di
investimenti superiore alla media europea; i prezzi più bassi nei
servizi mobili broadband; il mercato della banda larga mobile con i
tassi di penetrazione più alti in Europa; il più alto tasso di
diffusione degli smartphone.
Altroconsumo, una petizione per abbassare le
tariffe
"Tariffe di terminazione mobile: in Italia paghiamo 5,3
centesimi di euro per ogni minuto di chiamata da fisso o cellulare
verso un operatore telefonico diverso per chi riceve. In Francia il
costo è di 2 centesimi; quello pagato in Italia è superiore del
50% rispetto alla media europea". Così in una nota
Altroconsumo, che chiede un taglio netto delle tariffe di
terminazione mobile con la petizione su www.abbassalatariffa.it. Le
firme raccolte saranno inviate all'Agcom, sollecitata più
volte anche dalla Commissione europea a tagliare costi così alti,
non più necessari perché superati dall'evoluzione tecnologica
del mercato.
L'Autorità dovrebbe discutere entro la fine d'ottobre il
ridimensionamento delle tariffe "che grava sulle tasche dei
consumatori, a cui gli operatori trasferiscono il costo in
più", aggiunge l'associazione.
"E' una voce di spesa che ricopre una fetta significativa
delle spese di un utente standard di telefonia fissa: dai dati
tratti dall'inchiesta di Altroconsumo sulle tariffe delle
diverse compagnie sul mercato e i costi di chiusura, pubblicata
oggi su www.altroconsumo.it, si evince che le chiamate fisso-mobile
ricoprano in media il 34% della totalità. Con picchi del 40% per
alcuni operatori", chiude Altroconsumo.
Codacons: rischio vantaggi solo per alcuni
operatori
Il Codacons " non vuole che il benessere del consumatore sia
chiamato in causa a sproposito e chiede all'Autorità, prima di
adottare i provvedimenti, di convocare le Associazioni dei
consumatori ed i gestori di telefonia per verificare che la
disciplina del mercato dei prezzi non diventi un modo per far
migliorare i conti economici di pochi operatori senza nessun
vantaggio per i clienti".
Negli ultimi quattro anni – sottolinea il Codacons – l'Agcom ha
ridotto questi costi di circa del 50%, ma i consumatori non hanno
assistito ad una uguale riduzione dei prezzi che le società di
telefonia fissa richiedono per effettuare chiamate verso i
cellulari. L'Autorità è ora chiamata ad intervenire
nuovamente sulle tariffe ma, se l'esperienza insegna qualcosa,
una ulteriore e repentina riduzione delle tariffe, contrariamente
alle leggi della concorrenza, potrebbe avvantaggiare alcuni
operatori TLC a
danno di altri, senza nessun vantaggio per gli utenti.