Stato dell’arte e futuro della capacità di rete globale: a fare il punto è l’edizione 2025 dello “State of the network report” di Telegeography, con una panoramica che abbraccia i mercati dei cavi sottomarini, del cloud e dei data center ed esplora le evoluzioni per le reti Ip e gli impatti dell’intelligenza artificiale.
In questo scenario, i content provider stanno assumendo un ruolo crescente e determinante, accanto ai fornitori telecom che, tradizionalmente occupano il mercato della connettività. Le big tech hanno un doppio ruolo: generano un’alta domanda di banda, ma sono diventate anche, a loro volta, fornitori di connettività entrando, per esempio, nel mercato dei cavi sottomarini.
Connettività globale, il ruolo crescente delle Big tech
La richiesta di larghezza di banda a livello mondiale continua a crescere a un ritmo costante: la domanda aggregata è più che triplicata tra il 2019 e il 2023 per raggiungere la cifra di 5 Pbps.
Nella maggior parte delle regioni mondiali si registrano crescite comparabili con un Cagr di circa il 35-40% dal 2019. I mercati che avanzano più rapidamente sono quelli dell’Africa, dove la crescita della capacità marcia a un Cagr di quasi il 50%; sul lato opposto si collocano Stati Uniti e Canada, dove la maturità del mercato ha rallentato la domanda fermando il tasso di crescita a circa il 30%.
I fornitori di contenuti e cloud, in particolare le big tech come Google, Meta, Microsoft e Amazon, tengono saldamente la posizione di maggiori utenti della capacità di rete a livello globale. Fino al 2016, erano i fornitori di backbone internet a rappresentare la maggior parte della domanda, ma ora non è più così: nel 2023, le reti di content e cloud provider rappresentavano oltre il 70% dell’utilizzo totale della larghezza di banda.
Non su tutte le rotte internet la domanda delle big tech è ugualmente sostenuta, ma, in generale, la domanda dei fornitori di contenuti è in rapida crescita ovunque e supera la crescita della domanda anche sulle rotte in cui le aziende telecom continuano a guidare l’utilizzo complessivo della capacità.
Le reti Ip e l’effetto dell’Ai
Gli effetti combinati dei nuovi dispositivi abilitati a internet, la crescente penetrazione della banda larga nei mercati in via di sviluppo, i più elevati tassi di accesso alla banda larga e le applicazioni ad alta intensità di larghezza di banda continuano ad alimentare una forte crescita del traffico internet.
Ci sono diversi fattori che incideranno su questo mercato, a cominciare dall’intelligenza artificiale. L’impatto dell’Ai non si farà sentire solo nelle reti dei grandi fornitori di servizi cloud coinvolti nell’intelligenza artificiale, come Amazon, Google, Meta e Microsoft. Molte aziende offrono Gpu come servizio (as a service), ovvero accesso on-demand alle Gpu per addestrare i propri modelli Ai o utilizzarli per l’inferenza. Man mano che gli utenti distribuiscono modelli di intelligenza artificiale e cluster di inferenza utilizzando queste Gpu, il traffico finirà per circolare attraverso le reti di molti operatori, non solo quelle dei principali fornitori di servizi cloud.
Inoltre, c’è una quota crescente del traffico internazionale che viene trasportata dalle reti dei grandi fornitori di contenuti, bypassando l’internet pubblico. Queste aziende continuano a registrare una crescita più rapida rispetto alle dorsali internet e si stanno espandendo in nuove sedi. Molte altre aziende, come fornitori di servizi cloud e persino alcuni operatori di data center, gestiscono dorsali private che bypassano l’internet pubblica. Anche queste contribuiscono ad aumentare il traffico.
Per i data center modello Ai-ready
L’Ai è il fattore numero uno che entra in gioco anche nella domanda di capacità per i data center, perché incide sia nelle fasi di addestramento dei modelli che di inferenza.
L’intelligenza artificiale richiederà molti cambiamenti all’interno dei data center. In particolare, occorrerà disporre di sistemi di raffreddamento a maggiore densità e di interconnessione a maggiore capacità.
I sistemi di raffreddamento ad aria standard non sono in grado di supportare applicazioni Ai basate su Gpu e ad alta intensità energetica, quindi le soluzioni di raffreddamento a liquido diventeranno molto più diffuse all’interno dei data center, in particolare dove vengono eseguite applicazioni Ai. In questa evoluzione saranno favoriti i nuovi data center pronti per l’intelligenza artificiale.
Mercato cloud, l’Europa ha aggiunto più region
A livello globale, nel 2023 sono state lanciate 23 nuove regioni cloud, con Oracle al primo posto per regioni totali lanciate (sette nel 2023). Seguono Google e Huawei, che hanno aperto quattro nuove regioni, poi Microsoft con tre e Aws e Alibaba che hanno aggiunto due nuove regioni ciascuna. Ibm ha aperto un’unica regione.
L’Europa ha aggiunto il maggior numero di nuove regioni cloud nel 2023, con
otto in fase di lancio (rispetto ai sette del 2022).
Con un conteggio totale che si avvicina a 280, l’Asia ospita il maggior numero di zone cloud in servizio. L’Europa segue con oltre 130 zone. Insieme, queste due regioni rappresentano il 63% dei data center cloud del mondo. Il resto è ospitato negli Stati Uniti e in Canada (20%), America Latina (6%), Medio Oriente (6%), Oceania (4%) e Africa (2%).
Cavi sottomarini, incide la geopolitica
Nonostante alcune fluttuazioni, negli ultimi 8 anni gli investimenti in nuovi cavi sottomarini hanno superato in media i 2 miliardi di dollari all’anno e si prevede che il valore dei nuovi cavi sottomarini che entreranno in servizio nel periodo 2024-2026 raggiungerà oltre i 10 miliardi di dollari.
La quantità di capacità potenziale fornita dalla nuova generazione di cavi è enorme. Molte delle rotte principali vedranno la loro capacità potenziale più che raddoppiare una volta completati i nuovi cavi.
In questo ambito, sono le preoccupazioni geopolitiche a incidere maggiormente. Il Mar Rosso, in particolare, resta una zona critica. Anche prima della recente ondata di attacchi dei ribelli contro le navi mercantili, la guerra civile yemenita aveva creato problemi. Le navi posacavi necessitano di permessi per entrare nelle acque territoriali di un paese e quando due entità diverse rivendicano la stessa fascia di mare, la situazione si complica.
I guasti quasi simultanei su tre cavi al largo delle coste dello Yemen nel febbraio 2024 hanno creato una notevole difficoltà, anche perché, non è chiaro quando le navi di manutenzione potranno essere in grado di effettuare riparazioni a causa degli attacchi dei ribelli Houthi.
Un’altra area critica è quella del Mar Cinese Meridionale. I costruttori di cavi trovano sempre più difficile ottenere i permessi cinesi per l’installazione dei cavi in questa regione. I costruttori del previsto cavo Apricot sperano di evitare questo problema collegando il Giappone a Singapore attraverso il lato orientale delle Filippine.