Tim ha siglato un accordo con i sindacati per un massimo di 1.200 prepensionamenti fra settembre e novembre. Lo si legge nel testo del verbale sottoscritto ieri fra Tim, Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni unitamente al Coordinamento Nazionale Rsu dell’azienda (QUI IL DOCUMENTO).
“Tim opera nel settore delle Telecomunicazioni caratterizzato da un contesto di forte pressione competitiva, di stringente regolamentazione e di profonda trasformazione tecnologica che richiede continua innovazione di sistemi, tecnologie e competenze” e “si trova ad affrontare sfide che richiedono ingenti investimenti finalizzati al mantenimento della competitività del business e della sostenibilità aziendale”, si legge nella premessa dell’accordo in cui si puntualizza che “resta fondamentale, in continuità con il 2021, il ricorso al remix professionale delle persone di Tim, all’inserimento di competenze professionali non sufficientemente presenti in azienda e all’uscita volontaria – con gli strumenti previsti dalla legge – del personale prossimo alla pensione, in modo da realizzare il necessario processo di turn over”.
L’accordo siglato ieri è in continuità con l’intesa sottoscritta l’8 marzo del 2021 in cui fu anche sottoscritto l’impegno a valutare il ricorso alla misura di accompagnamento alla pensione prevista dall’art. 4, commi da 1 a 7ter, della legge n. 92/2012 “laddove dovesse intervenire l’esigenza di ricorrere a strumenti di esodo anticipato nel corso del 2022”.
Nell’intesa è stato evidenziato anche che “Tim intende avvalersi di quanto disposto all’art. 1, comma 345, della legge n. 178/2020, che ha prorogato – fino al 2023 – la previsione per cui il periodo di quattro anni di cui all’art 4, comma 2, della legge n. 92/2012, può essere elevato a un periodo massimo di sette anni, già stabilita all’art. 1, comma 160, della legge n. 205/2017, limitatamente al periodo 2018-2020”. Tim valuterà l’accoglimento delle singole richieste in rapporto alle esigenze tecnico-organizzative, con particolare riferimento al personale in possesso di specifiche competenze non diffuse in azienda e di non immediata replicabilità. E l’azienda si impegna a valutare, ove si verifichino le condizioni, la replicabilità dell’accordo per le altre aziende del Gruppo.