Vivendi avrebbe accolto con favore l’uscita di scena di Cdp da Tim e il contestuale ingresso di Poste. È quanto riferiscono fonti stampa secondo cui la società guidata da Matteo Del Fante avrebbe già avviato interlocuzioni non solo con il principale azionista della telco ma anche co il fondo britannico Cvc interessato a entrare nella partita. Non si hanno notizie al momento invece di contatti con Iliad: il quarto operatore ha manifestato interesse a entrare in quota, addirittura ipotizzando di rilevare fino al 35%. Su quel che stia bollendo in pentola gli analisti sono divisi: se c’è chi sostiene che sia improbabile il coinvolgimento di Iliad c’è anche chi invece ritiene che la partita non sia affatto chiusa. Non è chiaro cosa vogliano fare i francesi di Vivendi: cedere l’intera quota o diminuirne l’entità?
Le stime degli analisti
La mossa di Poste impatta anche sulle stime degli analisti. Equita conferma il buy sulle azioni stimando un miglioramento dell’equity free cash flow 2025 da 290 milioni a 467 milioni con una stima cumulata di 2,3 miliardi nel biennio 2025- 2027 con un leggero scarto dunque rispetto ai 2,5 miliardi previsti dal piano appena presentato dall’Ad Pietro Labriola. “Confermiamo la nostra valutazione di 36 centesimi per le ordinarie e 44 centesimi per le risparmio, incorporando il prezzo di mercato di Tim Brazil un multiplo per le attività domestiche di 4.9 volte Ev/Ebitda aL 2025 (4 volte per Consumer e 6.5 volte per Enterprise), 700 milioni di Sparkle, 75% del canone di concessione (750 milioni), 500 milioni di potenziali earn-out (20% del massimo earn-out legato alla rete unica) e circa 1 miliardi di aggiustamento sul debito legato al factoring/debito medio dell’anno”.
Per Barclays “guardando al futuro, la previsione è per una crescita continua del business domestico e del Free cash flow di gruppo”. La società conferma il rating overweight sulle azioni ordinarie e ha aumentato il target price a 37 centesimi dai precedenti 35 centesimi sia per le azioni ordinarie che per le risparmio”.
I sindacati in allerta
L’ingresso di Poste in Tim ha messo in allerta i sindacati che pur accogliendo con favore l’ingresso della società nel capitale hanno chiesto un incontro urgente all’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola per discutere delle ”linee guida del piano di impresa”.