Tim ha scelto l’offerta non vincolante di Kkr come base di partenza per trattare la cessione dei Netco, la newco che raggrupperà le attività relative alla rete fissa dell’operatore, comprese FiberCop e Sparkle.
Via alla trattativa in esclusiva
Il fondo statunitense, che ha avuto la meglio sull’offerta presentata da Cdp Equity insieme a Macquarie, avrà ora a disposizione un periodo di trattative in esclusiva con Tim, per attivare a un’offerta “conclusiva e vincolante” da presentare “nel più breve tempo possibile compatibilmente con la complessità dell’operazione”, e in ogni caso entro la fine di settembre 2023, convenendo sul perimetro, le modalità e i tempi per l’esecuzione della due diligence prevista dall’offerta di Kkr.
Decisione all’unanimità
Il board, presieduto da Salvatore Rossi, ha ritenuto all’unanimità, dopo un dibattito “ampio e approfondito”, che la proposta di Kkr fosse preferibile “per eseguibilità e relativa tempistica”, oltre che “superiore rispetto all’offerta concorrente”, e ha dato mandato all’amministratore delegato Pietro Labriola di condurre la trattativa. “L’eventuale operazione avente ad oggetto la dismissione di NetCo resta soggetta all’ottenimento, fra l’altro – puntualizza Tim in un comunicato – delle autorizzazioni di legge”, tra le quali il processo di Golden Power e la luce verde dell’Antitrust.
Il possibile ingresso di F2i nell’operazione
A confermare il possibile ingresso di F2i nella partite NetCo era stato nei giorni scorsi proprio l’amministratore delegato Renato Ravanelli, che aveva parlatodi “dialoghi in corso” con i soggetti coinvolti. Secondo le indiscrezioni circolate finora il fondo potrebbe affiancare Kkr con una partecipazione attorno al 10-15% in NetCo per il miglioramento di una proposta che, considerato l’earn-out, arriva a 23 miliardi.
Proprio di questa prospettiva parlano gli analisti di Intermonte, secondo cui crescono le chance “di un’offerta congiunta con F2i o altri soggetti statali per garantire un presidio pubblico nel processo, e sulla possibilità di un voto assembleare entro la fine dell’anno per la cessione di NetCo, auspicabilmente con un quorum ordinario che ridurrebbe peraltro il rischio di una bocciatura da parte di Vivendi”.
La Cgil chiede un tavolo con il governo
Intanto la Cgil chiede al Governo un confronto sul tema della rete. “Seguiamo con grande attenzione le evoluzioni della vicenda Tim e, più in generale, delle nuove infrastrutture di telecomunicazioni. Saremo molto attenti alle prossime evoluzioni: il paese ha bisogno di scelte che vadano nella direzione dell’industria e non della speculazione finanziaria. Chiediamo al Governo di aprire un confronto con i sindacati per gestire questa fase di transizione e rimettere al centro sviluppo e occupazione – dicono in una nota il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Slc Cgil Fabrizio Solari – Riteniamo particolarmente grave che continui a mancare un’idea sul futuro infrastrutturale del paese. Per non parlare del fatto che si continua ad evitare in ogni modo il confronto su come si tutela il fattore lavoro in questa fase di profonda ristrutturazione”.
“Quello che chiediamo – ribadiscono Gesmundo e Solari – è dunque di smettere di immaginare provvedimenti ‘sartoriali’ per questa o quella realtà e di aprire finalmente con il sindacato il confronto sugli strumenti per gestire la transizione digitale, sapendo che a partire dal settore delle tlc il primo effetto concreto cui rischiamo di andare incontro è quello di avere ricadute occupazionali di enormi proporzioni. La posta in gioco – concludono – è troppo alta per lasciare che sia il mercato a stabilire le regole”.
L’incontro con il ministro Urso
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dato mandato di convocare per martedì 4 luglio alle 12 una riunione con i rappresentanti dei sindacati nazionali del settore delle telecomunicazioni.
Secondo Alessandro Faraoni, segretario della Fistel Cisl, “è importante e positiva la convocazione da parte del Mimit, siamo soddisfatti che il ministro Urso mostri attenzione al settore delle telecomunicazioni”.
“Il giorno 4 luglio rappresenteremo al ministro il momento delicato e le criticità di un settore strategico come le Tlc per la transizione digitale, suggerendo quali potrebbero essere gli interventi più urgenti – sottolinea – L’intera filiera delle Tlc, dagli operatori telco, alle aziende appaltanti e soprattutto i Crm Bpo hanno necessità di grande attenzione per garantire crescita digitale, investimenti, formazione e salvaguardia occupazionale”.