Dopo il caso Merlyn scoppia quello Bluebell. I fondi che hanno presentato proprie liste per il rinnovo del board di Tim hanno alzato più di un polverone e si mostrano convinti di fare proseliti e di poterla spuntare in sede di Assemblea. Appena qualche giorno fa Tim è passata alle vie legali a seguito delle dichiarazioni del fondo Merlyn capitanato da Alessandro Barnaba e del candidato presidente Umberto Paolucci secondo cui il piano industriale presentato dal ceo Pietro Labriola “on è chiaro e non è sostenibile dal punto di vista finanziario”. Affermazioni rimandate al mittente.
Tim e il caso Bluebell
E Tim rimanda al mittente anche le accuse di Bluebell – il fondo fa capo a Giuseppe Bivona e Marco Taricco – che addirittura ha presentato un esposto alla Consob in cui chiede che sia annullata la lista per il rinnovo del cda presentata dal board uscente e che siano congelati i diritti di voto di Cdp, nonché dei fondi che hanno presentato la lista del collegio sindacale. Motivo: “patti occulti” tra Tim e propri soci in ordine alla lista del consiglio uscente. In una nota Tim nel contestare “le gravi e infondate affermazioni” annuncia che procederà “ad avviare le opportune iniziative, incluse quelle a tutela del corretto andamento dei corsi azionari, anche di fronte all’autorità giudiziaria”. E nel confermare la legittimità del proprio operato, l’azienda “invita Blubell Capital Partners a non diffondere informazioni ingannevoli e a non intraprendere nel proprio esclusivo interesse iniziative palesemente prive di fondamento che possano turbare il corretto svolgimento della seduta assembleare”.
In crescita i consensi per la conferma di Labriola
Crescono i consensi a favore della conferma di Labriola al timone della telco e della scelta di Figari nel ruolo di presidente: dopo Glass Lewis, Iss ed Equita è la volta di Norges Bank si schierano a favore della lista presentata dal cda uscente che sostiene il ceo e candida Figari alla presidenza.
Al via offerta di scambio su bond in vista lancio Netco
Tim lancia un’offerta di scambio su una serie di bond per un valore complessivo di 12 miliardi in vista del closing dell’operazione Netco. L’offerta riguarda obbligazioni con scadenze a partire dal 2026 e ed è stato fissato a 5 miliardi l’ammontare di bond in fase di lancio che potranno essere scambiati per diventare al closing con Kkr creditori della nuova società della rete.