Fumata nera all’Assemblea Tim sulle due questioni all’ordine del giorno: la nomina di un sostituto in cda a seguito delle dimissioni del ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine e la politica di remunerazione del management messa sotto accusa proprio dall’azionista francese.
Il posto libero in cda
Presente il 53,40% del capitale l’Assemblea ha detto no alla candidata di Assogestioni Paola Bruno e a Franco Lombardi, presidente di Asati (l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti di Tim) che si era autocandidato. Disco verde per i Consiglieri Giulio Gallazzi, con il 91,9% dei voti favorevoli (contrari 5,1%, astenuti 1,3%), e Massimo Sarmi, con il 93,2% dei voti favorevoli (contrari 5,1%, astenuti 0,1%).
Il mandato dei due Consiglieri nominati, analogamente a quello degli altri Amministratori in carica, avrà durata fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023.
La questione della remunerazione
L’Assemblea ha approvato (con il 53,2% dei voti favorevoli; contrari 1,1%, astenuti 45,7%) il Piano di incentivazione a breve termine (Mbo) 2023. Riguardo alla relazione sulla politica di remunerazione al management, sulla quale l’azionista principale Vivendi ha manifestato critiche, non è passata. I francesi avevano chiesto spiegazioni nella fase delle domande pre-assembleari. Ma è stata la stessa Vivendi ad astenersi dal voto.
Inoltre non sono stati approvati il piano di incentivazione a lungo termine denominato Long Term Incentive Plan 2023-2025 (con il 42,5% dei voti favorevoli, contrari il 10,6%, astenuti il 46,8%) e l’autorizzazione all’acquisto di azioni ordinarie Telecom Italia al servizio del Piano di incentivazione a breve termine (Mbo) 2023 e del Long Term Incentive Plan 2023-2025 (con il 40,8% dei voti favorevoli, contrari il 13,4%, astenuti il 45,7%).
Approvato il bilancio 2022
L’Assemblea ha approvato (con il 99,9% dei voti favorevoli) il bilancio al 31 dicembre 2022 di Tim che si è chiuso con una perdita netta pari a 2,9 miliardi di euro coperta mediante prelievo da riserve
Il dossier Netco
Sono arrivate intanto le nuove offerte per Netco. Cdp-Macquarie e Kkr hanno presentato offerte al rialzo (sempre non vincolanti): la prima ha messo sul piatto 19,3 miliardi dai circa 18 precedenti, per Kkr la posta sale da 20 a 21 miliardi. Il mercato non ha accolto con favore i rialzi, considerati troppo “deboli” per convincere sia l’azionista Vivendi sia la stessa Tim, tant’è che il titolo ha registrato un crollo dell’8%.