Mandare all’aria l’operazione Netco amplierebbe le perdite per gli azionisti di Tim, vincerebbero solo coloro che stanno vendendo allo scoperto le azioni: il Financial Times punta il dito contro i detrattori del piano industriale presentato da Pietro Labriola e mette in guardia gli investitori dall’appoggiare piani alternativi evidenziando che schierarsi a favore dell’azionista francese rischierebbe un pericoloso effetto boomerang.
Vivendi non ha un piano alternativo
“Vivendi ha già perso circa 2,5 miliardi di euro di valore sui suoi investimenti dal 2015. Gli azionisti dovrebbero resistere alla tentazione di unirsi al suo fianco. Muoversi in questa direzione comporterebbe solo ulteriori perdite”. Il FT ritiene determinante il completamento della cessione di Netco a Kkr entro l’estate e sostiene anche che l’operazione sarà difficile da fermare nonostante la battaglia legale avviata dai francesi “ma ciò non significa che avversari belligeranti non ci proveranno”. Peraltro azioni contrarie non sono supportate da percorsi alternativi in grado di rappresentare una soluzione: “Se l’accordo con Kkr dovesse fallire Tim dovrebbe trovare mezzi alternativi per affrontare il suo debito e senza dubbio il prezzo delle azioni scenderebbe ulteriormente”. Vivendi punta a un prezzo più alto ma “senza un’offerta concorrente a quella di Kkr è difficile immaginare un percorso di valorizzazione”. E secondo il Ft i piani presentati da Merlyn e Bluebell non sono efficaci.
Il proxy advisor Iss conferma la raccomandazione di voto per la lista del cda che indica Pietro Labriola come amministratore delegato e Alberta Figari come presidente. La nuova pubblicazione, spiega Iss, avviene “per riflettere le nuove informazioni pubblicate da Bluebell Capital Partners. Le nostre raccomandazioni di voto rimangono invariate”. Sulla stessa linea Equita: “Continuiamo a ritenere che il completamento dell’operazione come negoziata con Kkr e condivisa con il governo e in discussione con le autorità competenti, sia essenziale per fornire garanzie sulla sostenibilità finanziaria del gruppo. Per questo obiettivo, pensiamo che sia importante la continuità manageriale del gruppo Tim in modo da non mettere a rischio o ritardare l’esecuzione del piano di deleverage”. Riguardo al piano Bluebell gli analisti lo considerano “molto generico e ricalca i target presentati da Tim, confermando l’opportunità di mantenere Consumer, Enterprise e Brasile nel perimetro del gruppo”.
Le proposte di Merlyn e Bluebell metterebbero a rischio Tim
A proposito della proposta appena presentata dal fondo Bluebell gli analisti di Intermonte ritengono che abbia lo scopo di ottenere il sostegno di Vivendi, “avendo proposto un ceo francese con un ottimo track-record professionale ed avendo espresso contrarietà alla vendita di Netco, almeno alle condizioni concordate con Kkr”. Ma un’eventuale rinegoziazione dei termini della transazione “potrebbe comportare altri ritardi e peggiorare ulteriormente la posizione finanziaria di Tim. Questo, unitamente all’assenza di piani alternativi alla vendita della rete – come, ad esempio, la vendita di Tim Brasil e Tim Consumer prospettate da Merlyn – potrebbe indurre gli investitori istituzionali a giudicare con scetticismo la proposta di Bluebell, considerando anche il rischio di un aumento di capitale nel breve termine. La proposta di Merlyn ci sembra ancora meno credibile dopo il radicale cambiamento di posizione sulla vendita della rete (prima contraria ora favorevole), per l’elevato execution risk legati allo spezzatino del gruppo Tim con la liquidazione di tutti gli asset ad eccezione Tim Enterprise e per le tempistiche a nostro avviso troppo ottimistiche sulla cessione di Tim Consumer entro metà 2025, asset ancora in fase di ristrutturazione, potenziali rischi antitrust legati in caso di consolidamento del mercato”. Secondo Intermonte in questo contesto, “se Vivendi decidesse di non astenersi dal voto, ci sembra più probabile che voti per la lista di Bluebell, sottraendo voti principalmente alla lista di Merlyn. Allo stesso tempo, gli investitori istituzionali che avevano pianificato di sostenere la lista di Merlyn, scommettendo nell’appoggio di Vivendi, potrebbero ora optare per la lista del management di Tim, temendo un aumento di capitale laddove la lista Bluebell dovesse prevalere con il supporto di Vivendi”.
Bivona versus Siragusa: “Sete di rivalsa su Labriola”
“A giugno del 2023 sono stato contattato da Siragusa (candidato Ad nella lista del fondo Merlyn, ndr) che mi proponeva di raggiungere la soglia del 5% per chiamare un’assemblea straordinaria e far cadere il cda prima dell’approvazione dell’operazione sulla rete. Gli dissi che non ero disponibile ad destabilizzare l’azienda”: questa la dichiarazione di Giuseppe Bivona, co-fondatore del fondo Bluebell, al quotidiano La Verità. “C’è il rischio che sia mosso da sete di rivalsa contro Labriola e non voglio neanche immaginare cosa sarebbe in grado di fare se dovesse entrare in consiglio”