“Un clamoroso accordo fra Telefonica e America Moviles, il gruppo di Carlos Slim per spartirsi le attività di Telecom Italia in Brasile”: questa l’ipotesi che secondo quanto scrive Il Sole 24Ore potrebbe prefigurarsi in casa Telecom Italia. Il quotidiano economico fa riferimento a “indicazioni attendibili raccolte in ambienti finanziari londinesi”, secondo cui l’asse Telefonica-Slim potrebbe fare leva sul rafforzamento delle attività brasiliane di entrambi. Telecom Italia ne otterrebbe una riduzione consistente del debito, ma a quel punto avrebbe come fonte di ricavi solo il mercato domestico al momento in sofferenza. Secondo stime degli analisti se Telecom vendesse Tim Brazil a valori doppi rispetto a quelli di mercato – circa 8 miliardi – il debito/Ebitda di gruppo scenderebbe da 2,4 a circa 2,1 volte”.
L’alternativa, ipotesi più credibile, sarebbe l’alleanza con un partner industriale: se è vero che l’alleanza con i cinesi di 3 è tramontata non è da escludersi l’entrata in scena di un altro a altri soggetti disposti a investire nel gruppo puntando proprio sulla posizione di forza in America Latina. Telecom vorrebbe però mantenere il “controllo”: la quota del nuovo azionista non dovrebbe essere troppo rilevante né dovrebbe essere messo a rischio il potere sulla governance, condizioni che consentirebbero l’entrata in scena di un partner extracomunitario senza generare incompatibilità con la norma che tutela gli asset strategici nazionali (in questo caso la rete).
Intanto Ubs ha confermato sul titolo la raccomandazione a sell e il target price a 0,45 euro. Gli esperti si aspettano per il secondo trimestre che “la debolezza del mercato domestico riduca il lieve miglioramento della crescita organica in Brasile”. La casa d’affari prevede infatti “ricavi pari a 6,7 mld euro, in calo del 9% anno su anni, con una diminuzione dell’11% nel mercato domestico e del 4% nel mercato brasiliano. L’Ebitda, senza considerare le partite straordinarie, dovrebbe calare del 10% anno su anno; il mercato domestico dovrebbe vedere un ribasso dell’11% e quello brasiliano del 5%. L’Ebitda è previsto in contrazione del 12% anno su anno, l’utile netto del 40% e l’indebitamento netto in lieve calo a 29,4 miliardi di euro”. Relativamente al mercato domestico, gli analisti spiegano che la debolezza è dovuta al contesto macroeconomico, alla forte concorrenza, e all’effetto della normativa.