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Tim, confermati i risultati di Servco. In Fibercop accordo con i sindacati



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La telco guidata da Labriola chiude il primo semestre con un debito in calo di 167 milioni. Agcom sospende temporaneamente gli obblighi legati alla replicabilità delle offerte al dettaglio. Resta aperto il dossier Sparkle. Nella newco capitanata da Ferraris 18000 uscite volontarie

Pubblicato il 27 set 2024

Federica Meta

Giornalista



broadband, banda ultralarga, tlc, connettività

Il gruppo Tim chiude il primo semestre 2024 con una perdita netta di 646 milioni di euro, in miglioramento dal rosso di 813 milioni del primo semestre 2023. E conferma la guidance 2024 con ricavi stimati in crescita tra il 3% e il 4%

Lo comunica una nota del gruppo che ha approvato la relazione finanziaria semestrale che considera il perimetro NetCo, oggetto di cessione a Kkr, come attività destinata a essere ceduta (discontinued operations).

I risultati, focus su ServCo

I risultati, che evidenziano appunto un risultato netto attribuibile ai soci della controllante pari a -646 milioni, non sono da considerarsi rappresentativi degli andamenti del gruppo in continuità né del nuovo perimetro aziendale ServCo (Tim Consumer, Enterprise e Brasil).

Confermati i risultati preliminari e gestionali like-for-like relativi a ServCo comunicati al mercato lo scorso 31 luglio: ricavi totali a 7,1 miliardi (+3,5%), ricavi da servizi a 6,7 miliardi (+4%); Ebitda a 2,1 miliardi (+9,4%), Ebitda After Lease a 1,8 miliardi (+13%). A seguito della vendita di NetCo, perfezionata il 1 luglio, l’indebitamento finanziario netto rettificato after lease pro-forma del gruppo Tim ServCo risulta pari a 8,1 miliardi, in linea con le previsioni. Il gruppo conferma inoltre le guidance per l’intero esercizio, che prevedono per il 2024 una crescita dei ricavi di gruppo del 3-4%, una crescita dell’ebitda after lease di gruppo dell’8-9% e un indebitamento finanziario netto after lease inferiore o uguale a 2 volte l’ebitda after lease e pari a circa 7,5 miliardi.

I dati Esg

Sotto il versante Esg, una prima vista sui dati di ServCo evidenzia un miglioramento del profilo del gruppo, sottolinea Tim. Ciò è legato a una riduzione e a una ridistribuzione delle emissioni, con un calo di quelle dirette e relative all’acquisto dell’energia, mentre aumentano in proporzione quelle relative alla filiera. Anche la componente social cambia parzialmente, non solo per una riduzione dei dipendenti a livello domestico, ma perché all’interno del mix aumenta la percentuale di donne e di giovani, con un calo dell’età media. La governance del gruppo beneficia della continuity assicurata dalla riconferma del mandato dell’amministratore delegato, della riduzione dei membri del cda e della presenza del Ceo nel Comitato di Sostenibilità per favorire l’allineamento degli obiettivi di business con quelli Esg.

Il dossier Sparkle

Resta aperto il dossier Sparkle. A questo proposito l’Ad di Tim, Pietro Labriola, si dice fiducioso. A margine della sua partecipazione all’Italian Tech Week, in corso a Torino, rispondendo a chi gli chiedeva se ci fossero novità sulla vendita di Sparkle, Labriola ha chiarito: “Se fosse arrivata una proposta l’avremmo comunicato al mercato ma sono sempre ottimista”. Non è stata dunque confermata l’indiscrezione di stampa secondo cui il Tesoro, insieme al fondo Asterion, starebbe preparando una nuova offerta per rilevare il 100% della società dei cavi sottomarini.

La decisione di Agcom

Intanto Agcom ha deciso di sospendere temporaneamente gli obblighi legati alla replicabilità delle offerte al dettaglio, in attesa della conclusione dell’indagine in corso.

Dopo la separazione della rete di Tim, ovvero la vendita di Netco a Kkr, potrebbero cadere gli obblighi per il gruppo sulla “replicabilità delle offerte al dettaglio” quel vincolo che il gruppo aveva di lasciare ai concorrenti dei margini ragionevoli. L’Agcom, si legge nella delibera pubblicata sul sito, ha dato dunque il via libera a una procedura di consultazione per sospendere l’applicabilità degli obblighi regolamentari per Tim fino alla conclusione del procedimento istruttorio.

Dal 1 luglio, data della cessione di Netco, Tim non è più verticalmente integrata e ha così chiesto all’Autorità di non essere più obbligata a garantire la replicabilità delle offerte. L’Agcom analizzerà questi cambiamenti strutturali del mercato nell’ambito del procedimento istruttorio di analisi di mercato avviato l’11 settembre (e che durerà 180 giorni) ma il 2 settembre Tim ha scritto nuovamente all’Authority chiedendo un intervento di urgenza “a salvaguardia della concorrenza e, in definitiva, a tutela degli interessi generali degli utenti” e Agcom le ha dato ragione. Chiunque abbia delle osservazioni su questa decisione ha 15 giorni di tempo (entro l’11 ottobre) per inviarli all’Autorità.

“L’evento straordinario della finalizzazione della separazione proprietaria della rete di accesso di Tim ha indubbiamente creato un mutamento strutturale importante del mercato di cui l’Autorità deve necessariamente tenere conto analizzandone, quanto prima, l’impatto sulla regolamentazione esistente che, tuttavia, potrà essere modificata solo all’esito del procedimento di analisi di mercato – si legge nella delibera – Appare dunque, prima facie, ragionevole che, nelle more dello svolgimento dell’analisi di mercato, gli adempimenti inerenti l’obbligo di replicabilità delle offerte retail di Tim vengano sospesi alla luce dei mutamenti di mercato intercorsi” mentre al contrario l’applicazione di tale obbligo “risulterebbe sproporzionata e non giustificata in quanto destinata a creare un oggettivo pregiudizio concorrenziale nei confronti di Tim che si troverebbe a operare in condizioni asimmetriche e non paritarie rispetto agli altri operatori che concorrono in tale mercato”.

Labriola giudica positivamente la decisione di Agcom. “E’ nella linea di quello che noi abbiamo sempre detto – ha evidenizato l’Ad di Tim – E’ un iter necessario ma di fatto tutti gli elementi rendono chiaro ed evidente che noi non abbiamo più alcuna integrazione verticale, quindi verranno rimossi tutti quelli che sono i vincoli. Non voglio tirare nessun regolatore per la giacchetta ma i fatti sono abbastanza chiari. Lasciamoli lavorare, ora c’è una consultazione solo per iscritto di 25 giorni e poi ci riaggiorniamo”.

Il commento di Intermonte

Secondo Intermonte è molto positiva per Tim la decisione di Agcom di sospendere anticipatamente gli obblighi di replicabilità sulle offerte retail durante l’analisi di mercato in corso. “La rimozione del test di replicabilità ex ante sulle offerte retail, che per anni ha limitato la capacità di Tim di sviluppare una strategia commerciale flessibile – spiegano gli analisti – dovrebbe favorire il rilancio della ServCo domestica e in particolare di Tim Consumer. In passato, in alcune aree geografiche come Milano, la presenza di più reti fisse ha già portato il regolatore ad allentare questi vincoli per Tim”.

È quindi plausibile aspettarsi un allineamento dei prezzi con quelli dei concorrenti, ma senza il rischio di una guerra dei prezzi, dato che le tariffe italiane sono tra le più basse in Europa e sono rimaste pressoché stabili nonostante l’aumento dell’inflazione e le strategie di repricing da parte degli operatori. “Tra gli altri benefici regolatori, ci aspettiamo anche che venga concessa a Tim la possibilità di lanciare offerte più innovative, differenziate su base geografica e in bundle con altri servizi”, conclude Intermonte.

Accordo Fibercop-sindacati

Accordo Fibercop-sindacati sulle uscite volontarie. La società, ceduta da Tim alla cordata guidata dal fondo americano Kkr conta attualmente poco meno di 20mila dipendenti e ha chiuso l’intesa con Slc, Fistel e Uilcom per 1800 uscite volontarie.

Nel dettaglio si prevede un massimo di 1800 uscite tra impiegati e quadri a partire dal 28 febbraio 2025 mentre la deadline entro cui maturare i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata viene fissato al 28 febbraio 2030.

Al centro dell’accordo il ricorso all’ex articolo al In base a quanto previsto dall’articolo 4 della Legge Fornero: l’azienda si impegna a corrispondere all’Inps mensilmente un importo corrispondente al trattamento di isopensione, fino alla prima decorrenza utile del trattamento pensionistico, di vecchiaia o anticipato, nonché a versare all’istituto la contribuzione correlata fino al raggiungimento dei requisiti minimi previsti.

L’azienda avrà facoltà dell’azienda di poter rifiutare l’accesso all’isopensione solo per alcune specifiche professionalità che possano creare difficoltà con la loro uscita, per tutte le altre figure a partire dai Tof e Progettisti penalizzati nell’ultimo articolo4 in Tim per logiche esclusivamente aziendali legate alla cessione della rete, non ci saranno limitazioni.

A partire da oggi, 27 settembre, Fibercop settembre darà comunicazione ai lavoratori attraverso una news sulla intranet sulle tempistiche da rispettare per inoltrare le domande ed i link da utilizzare per fornire la propria manifestazione d’interesse.

Via libera anche all’accordo sul premio di risultato.

FiberCop si impegna sul remix professionale

Inoltre FiberCop si impegna ad avviare “un progressivo remix professionale sia attraverso inserimenti mirati dal mercato esterno che attraverso strutturati piani di formazione finalizzati all’upskilling e reskilling del personale interno nell’ottica di valorizzare le competenze già presenti, garantendone la piena occupabilità”, si legge nel verbale dell’accordo sottoscritto.

“Il sindacato confederale esprime una valutazione positiva su entrambi gli Accordi siglati dalla totalità delle Rsu collegate, a testimonianza del fatto che l’insistenza delle OO.SS. manifestata da tempo di intervenire il prima possibile su questi argomenti è stata largamente condivisa – sottolinea una nota – Slc, Fistel e Uilcom anche in questo tavolo hanno ricordato come, a distanza di due anni dalla scadenza, non sia più rinviabile la chiusura del Ccnl delle Tlc, per dare anche quella risposta economica strutturale che i lavoratori del settore aspettano da troppo tempo”.

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