Offerta vincolante per Netco e nuova offerta non vincolante per Sparkle. Il fondo americano Kkr rilancia su Tim.
Netco e Sparkle, ecco le offerte e le nuove deadline
In dettaglio, comunica Tim in una nota è stata da un lato ricevuta l’offerta vincolante (la deadline era ieri 15 ottobre) per Netco, relativa alle attività di rete fissa inclusa FiberCop e la cui scadenza è fissata all’8 novembre “ferma restando la possibilità di discutere i termini di ulteriori estensioni sino al prossimo 20 dicembre” e dall’altro con riferimento alla partecipazione detenuta da Tim in Sparkle, Kkr ha formulato una nuova offerta non vincolante “in attesa di procedere alla trasmissione di un’offerta vincolante entro 4/8 settimane, al termine delle attività di due diligence in corso, richiedendo un periodo di esclusiva fino al prossimo 20 dicembre”.
Riguardo a Netco Tim fa sapere che “non appena completata l’analisi, l’offerta vincolante verrà portata senza indugio all’esame del Consiglio di amministrazione”.
Le roadmap per Netco e Sparkle
Le offerte sono dunque due ed è possibile ipotizzare una roadmap separata per le due “anime” Netco e Sparkle: per Sparkle la partita potrebbe chiudersi in un secondo momento
Parte il balletto delle cifre
Nessuna informazione è stata divulgata in merito al valore economico delle due offerte ma come da copione è partito il balletto mediatico degli importi. Il quotidiano la Repubblica la spara grossa sostenendo addirittura che il fondo americano avrebbe messo sul piatto 24 miliardi rilanciando dunque sull’offerta precedente. Cifra che sarebbe stata calcolata sulla base di ipotetici calcoli frutto di altrettanto ipotetiche valutazioni da parte di uno degli advisor di Tim, pare Goldman Sachs. Insomma siamo nel terreno delle elucubrazioni. Più che credibili invece le cifre snocciolate dal Sole 24Ore: appena al di sotto dei 20 miliardi l’offerta per la rete più 3 miliardi di eran out di cui 2 legati però al progetto di integrazione con Open Fiber. Riguardo a Sparlke la valutazione si attesterebbe a 600 milioni più 150 milioni di earn out.
La reazione del mercato
Dopo lo scatto in apertura a +2,5% il titolo Tim è arrivato a cedere il 6% a Piazza Affari. A impattare sarebbero i tempi lunghi per la chiusura del dossier e in particolare l’eventuale proroga al 20 dicembre. A pesare secondo gli analisti sarebbero state anche le esternazioni del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in merito alla complessità del dossier. Moody’s accoglie però con favore l’operazione: “L’offerta vincolante di Kkr per Netco rappresenta un passo significativo verso il completamento della separazione della rete che potrebbe portare a una significativa riduzione del debito netto, anche se l’offerta deve ancora essere approvata dal consiglio di amministrazione di Tim”.
Giorgetti: “Non ci tiriamo indietro”
Durante la conferenza stampa sulla presentazione della Manovra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che “il tema Tim è complesso. La decisione spetterà all’azienda ma noi non ci tiriamo indietro e anche su vicende complicate, politicamente sensibili, prenderemo le decisioni che dobbiamo prendere”. Il ministro ha anche detto che se l’offerta di Kkr non sarà accettata da Tim “si penserà a qualcosa di diverso”.
Da parte sua il ministro per le Imprese Adolfo Urso: “Penso che siamo sulla strada giusta e che si possa chiudere finalmente questa vicenda che risale a errori compiuti nel passato e chiudere nel modo migliore, con un importante investitore internazionale e con un ruolo significativo, se vogliamo di guida e comunque di controllo da parte dello Stato”.
I sindacati sul piede di guerra: “Basta con le trattative segrete”
“Intollerabili le trattative segrete. Confronto immediato o valuteremo le iniziative necessarie”: Riccardo Saccone, Segretario nazionale Slc-Cgil, nel commentare l’offerta vincolante formalizzata a Tim dal Fondo Kkr per NetCo torna a ribadire la necessità di un incontro urgente che coinvolga i sindacati. “Quanto ancora si può tollerare la trattativa ‘privata’ tra i francesi di Vivendi e il Mef? Di che cosa stanno parlando? Forse degli esuberi che potrebbero crearsi nella società di Servizi?”
“Una gigantesca operazione finanziaria con scarsa, se non nulla, considerazione allo sviluppo”, così il sindacato giudica lo scorporo della rete.
“Apprendiamo che il Mef ha aperto una interlocuzione con il primo azionista Vivendì, Kkr non ha dato nessuna indiscrezione sul possibile piano industriale, Cdp tace, è chiaro che in assenza di visibilità finanziaria e industriale lo scenario diventa nebuloso. Come Fistel Cisl chiediamo, dunque, al Governo una convocazione urgente, dobbiamo chiedere e ottenere tutte le garanzie per la tutela dell’intera occupazione di Tim”, evidenzia in una nota Alessandro Faraoni, segretario della Fistel Cisl. “Inoltre serve capire il futuro dei lavoratori dei servizi, gli impegni che il Governo assume nel piano generale della digitalizzazione e come la società dei servizi possa esserne un pilastro. Riteniamo che ciò debba avvenire prima delle decisioni del cda di Tim”. Sulla presenza del Governo nella società della Netco, ricorda Faraoni, “avevamo espresso un giudizio positivo, questo giudizio oggi è ancora più importante perché il Mef con una presenza rilevante e con il golden power ha la possibilità di condizionare o rigettare il progetto, è ovvio che per la Fistel Cisl il giudizio finale resta sospeso fino a quando non è chiara la strategia industriale e la garanzia occupazionale di tutti i lavoratori. Ora per allora, avvertiamo il Governo che, se queste garanzie non sono certe, chiare e condivise, si assumerà la responsabilità di migliaia di esuberi”.
“L’offerta del fondo americano per l’acquisizione della Netco di Tim è stata giudicata dai mercati a oggi in modo non proprio positivo su questo progetto. Un progetto che nasce male perché è stato condotto fino a ora nelle segrete stanze, anche con il contributo di un governo che anziché rappresentare anche alle parti sociali lo stato dell’arte ha provato ad escludere il ruolo del sindacato”. Così il segretario generale Uilcom Salvatore Ugliarolo. “Un sindacato che non da oggi sta perseverando a richiedere e rivendicare un tavolo di confronto. Per entrare nel merito di questa complessa articolata vicenda. È arrivato il momento anche a fronte della bocciatura dei mercati di oggi che il governo apra un ragionamento con le organizzazioni sindacali a partire dalla Uilcom che è stata sempre critica. Noi continueremo a fare la nostra parte, pensiamo ci possono essere altre soluzioni per dare un rilancio complessivo a questa azienda dando le giuste garanzie alle lavoratrici e lavoratori. Speriamo dopo quanto accaduto in questi mesi oggi si possa aprire un serio confronto per ragionare. Questo appello lo facciamo al governo, ma lo facciamo anche alla azienda. Forse è arrivato il momento di venire al tavolo e raccontare qual è lo stato dell’arte. E di ascoltare le preoccupazioni del sindacato sul settore tlc. Noi non ci fermeremo fino a quando non avremo un interlocutore, che sia volenteroso nell’ascoltare le nostre argomentazioni e proposte per dare un futuro alla filiera delle comunicazioni”.