I RUMORS

Tim e Mediaset, destini incrociati in chiave do ut des?

La scomparsa di Berlusconi riaccende la saga dell’integrazione fra le due aziende. Spunta l’ipotesi di una trattativa che prevederebbe la chiusura del dossier Netco in cambio di una combinazione fra ServiceCo e MediaforEurope. Ma gli analisti sono scettici

Pubblicato il 16 Giu 2023

merger-acquisizioni

Il progetto della rete unica di cui si discute da anni fa il paio con un altro “evergreen”: l’integrazione fra Tim e Vivendi. E c’era da aspettarselo che se ne tornasse a parlare a seguito della scomparsa di Silvio Berlusconi. Il piano di cui si discute secondo indiscrezioni del Sole 24Ore riguarderebbe il futuro di ServiceCo – la società dei servizi che dovrebbe nascere nell’ambito del piano di societarizzazione a cui lavora l’Ad di Tim Pietro Labriola. Stando ai rumors Vivendi – che vanta una quota del 22,9% in Mfe e del 23,7% in Tim, punterebbe a un’integrazione fra MediaforEurope e la newco dei servizi di Tim. In cambio sarebbe disposta a fare uno “sconto” sulla rete ossia a chiudere la partita NetCo a un obiettivo inferiore a quello dei 31 miliardi o giù di lì.

Il 19 giugno primo appuntamento sul dossier Netco

Le nuove offerte di Kkr e Cdp Macquarie sono sul tavolo: il 19 e il 22 giugno le due date del cda Tim da cui deve uscire una decisione definitiva. Ma Vivendi si è già detta insoddisfatta dei “ritocchi”, ancora lontani dai desiderata.

Gli analisti scettici sull’operazione

L’ipotesi di un’integrazione fra MediaforEurope e ServiceCo non convince del tutto gli analisti. “Riteniamo che la cessione di NetCo potrebbe sicuramente innescare un processo di consolidamento di Tim ServiceCo con altri potenziali player telefonici, mentre una combinazione con Media-For-Europe ci sembra poco sinergica – evidenzia Intermonte – trattandosi di un’operazione consolidamento tra settori adiacenti, richiederebbe un forte avallo politico e soprattutto un’evoluzione del contesto regolamentare. L’attuale quadro regolatorio pone infatti significative restrizioni su un eventuale riassetto che dovesse portare ad una posizione dominante nel mercato aggregato televisivo e telefonico con riferimento alle attività di trasmissione dei contenuti (ricordiamo le note vicende passate relative alla Legge Gasparri)”.

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